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18.7.09

"LA FELICITA' SOSTENIBILE"

Vi segnalo il libro di Maurizio Pallante "La felicità sostenibile", Ed. Rizzoli.



Sprechi: tra processo di trasformazione e uso finale, una lampadina a incandescenza disperde il 95% dell’energia; per ricavare una bistecca di manzo da un etto, occorrono tremila litri di acqua.

La felicità — di una persona o di una comunità — può essere sostenibile?
Attanagliati dalla crisi economica e dall’emergenza energetica e ambientale, possiamo sperare in un futuro di benessere e serenità?
Sì, dobbiamo però invertire la rotta, ribellandoci all’imperativo che ci ha guidati nell’ultimo secolo — la crescita a ogni costo, misurata con l’aberrante strumento del Pil — e stabilire un nuovo modello di sviluppo.
La Decrescita Felice è una filosofia concreta che chiunque, ciascuno quotidianamente e i governi in politica, può mettere in pratica.
Decrescere non vuol dire rinunciare a nulla, ma modificare i comportamenti che implicano inutili sprechi. Se rimaniamo imbottigliati nel traffico, bruciamo litri di carburante (accrescendo il Pil!), ma non passiamo ore piacevoli.

Perché allora non usare mezzi alternativi o ridurre al minimo gli spostamenti? Se una famiglia — anziché acquistare frutta e verdura costosa perché proveniente dalla parte opposta del pianeta — coltiva un orto, mangia alimenti più freschi e risparmia.
Ancora: se perdiamo l’abitudine di passare il sabato al centro commerciale e aderiamo a un gruppo d’acquisto solidale, spendiamo meno e abbiamo pure l’occasione di costruire rapporti basati sulla collaborazione e la fiducia.

Investire nelle tecnologie per il risparmio energetico e nelle eco-case, autoprodurre beni, ridurre i rifiuti, instaurare relazioni fondate sulla reciprocità e sul dono invece che sulla competizione…
Perseguendo questi obiettivi, la Decrescita Felice corregge le storture del nostro modello economico e indica la via per un’altra dimensione del benessere, in un mondo meno inquinato e in una società più umana. Non è un’utopia, ma una nuova vita che possiamo cominciare già oggi.
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Lo sviluppo di una società non può essere in crescita infinita in quanto il pianeta terra è un sistema finito. Infatti questo modello di conumismo sfreneto è arrivato alla sua crisi globale.
Riduciamo i consumi a quelli essenziali, riciliamo, riutilizziamo e vivremo tutti meglio.

Luciana P. Pellegreffi
Translation services

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