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14.10.09

ROGO THYSSEN, CHIAMPARINO: LESO IL FONDAMENTO MORALE DELLA CITTA'



«La nostra idea è di destinare un eventuale riconoscimento del danno a borse di studio per chi si dedica alla tematica della sicurezza»
Il sindaco Chiamparino oggi in aula Torino.
«Ci tengo a dire che la ragione principale ella nostra costituzione di parte civile non è il danno materiale in sè e neanche un semplice danno d’immagine, ma piuttosto quello che definirei un danno morale perchè quello che riteniamo essere uno dei fondamenti della costituzione morale della nostra città, ossia la sicurezza sul lavoro, è stato leso da ciò che è avvenuto». Sono le parole del sindaco di Torino
Sergio Chiamparino sentito in Aula questa mattina al processo per il rogo della Thyssen Krupp nel quale la Città si è costituita, così come gli altri enti locali, parte civile.
Rispondendo alle domande dell’avvocato del Comune Donatella Spinelli, il sindaco Chiamparino ha ricordato che «Torino è una città con una storia industriale molto ampia e profonda, una città che fin dagli anni dell’industrializzazione di massa, a differenza di altre città, ha fatto della tutela della sicurezza sul posto di lavoro uno dei temi organicamente inseriti ad esempio nella contrattazione».

Un tema, ha poi precisato Chiamparino, «che si è poi dilatato diventando quasi uno dei fondamenti della costituzione materiale e culturale della città, tant’è che quando ci siamo trovati ad affrontare l’impegno per le olimpiadi abbiamo siglato un protocollo specifico per la sicurezza sui luoghi di lavoro in cui abbiamo anche investito delle risorse e successivamente, qualche mese prima dell’incendio alla Thyssen, abbiamo siglato un altro protocollo d’intesa più generale finalizzato ad approfondire il problema della sicurezza sui luoghi di lavoro non solo nel settore edile».
Dopo la tragedia della Thyssen il Consiglio comunale, ha ricordato il sindaco, «dichiarò il 2008 anno della sicurezza sul lavoro e questo è stato un prolungamento di quei protocolli di intesa, la risposta alla tragedia appena accaduta per fare attività di diffusione su questa tema». Proprio per questo motivo, ha detto ancora Chiamparino, «la nostra idea è di destinare un eventuale riconoscimento del danno a borse di studio per chi si dedica a questa tematica. Ci sembra coerente - ha aggiunto - con la storia di questa città e con gli atti già assunti investire su giovani che facciano di questo l’elemento centrale della loro attività di studio».

Nella sua deposizione in aula il sindaco Chiamparino ha parlato anche dei momenti dopo la tragedia, come il giro degli ospedali in cui erano ricoverati gli operai feriti. «Ricordo - ha detto il primo cittadino - alcune fra le scene più strazianti a cui io abbia mai assistito. Immediatamente - ha aggiunto - cercammo di predisporre tutti gli interventi necessari per dare un pò di conforto alle famiglie, facendoci carico dei problemi che potevano sorgere, dall’organizzazione dei funerali, al lavoro per alcune delle vedove».

Ricordando le manifestazioni di cordoglio arrivate da più parti, dai massimi vertici istituzionali, a tanta gente comune «come un gruppo di lavoratori - ha detto il sindaco - che mi mandarono i riferimenti per versare le loro trecidesime alle famiglie delle vittime», Chiamparino ha poi ricordato che la Città decise che «il sentimento di cordoglio generale richiedeva un segnale anche simbolico forte e per questo sospendemmo i festeggiamenti per il Capodanno».

Rispondendo poi alle domande degli avvocati di parte civile e della difesa a proposito dell’impegno del Comune per la Thyssen Krupp, Chiamparino ha sottolineato che «non abbiamo iniziato ad ocuparci del problema dell’accompagnamento al lavoro dopo, ma molto prima».
Il sindaco ha quindi ripercorso le varie fasi di trattativa con l’azienda, da un primo incontro nel 2002-2003, a cui partecipò anche l’ad Harald Espenhan, «in cui ci fu una proposta alla Ccittà per riorganizzare e mantere l’insediamento», a una seconda fase, «che seguì il vice sindaco in cui ci fu una discussione anche su un’eventuale riorganizzazione e ridestinazione di una parte dello stabiliemento torinese», fino alla decisione finale del trasferimento dell’attività, quando «affrontammo il problema dell’accompagnamento al lavoro su cui il Comune ha avuto e continua ad avere un ruolo».

Rispondendo all’avvocato della difesa, Ezio Audisio, il sindaco ha detto che in quegli incontri il tema della sicurezza sul lavoro non venne mai posto direttamente, «ma il tema della sicurezza e del progressivo abbandono degli impianti fu sollevato in modo generale nella terza fase, quella dopo l’accordo». Infine, a chi gli chiedeva un’opinione su uno dei documenti agli atti che venne trovato in una borsa dell’ad della multinazionale tedesca in cui Torino veniva indicata come culla delle Brigate Rosse, Chiamparino ha risposto di aver ricordato «l’altra faccia di ciò che è citato in quel documento, la battaglia per la salute e la sicurezza sui luoghi i lavoro come uno dei fondamenti morali della Costituzione della nostra città e chi legge questo come la nascita delle Br ha una visione o interessata e strumentale o molto strabica di quello che è successo».

Al termine dell’udienza il sindaco Chiamparino si è fermato con i parenti delle vittime. «È vero, ci sono stati vicini -hanno detto alcuni familiari - quello che non ci va giù è che si doveva fare qualcosa prima».



Luciana P. Pellegreffi

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