In base ad una emanazione del governo Spadolini, datata 1982, l’Italia riconosce fonti di energia “assimilate” alle fonti rinnovabili. Con questo artificio normativo ingenti fondi di finanziamento, vanno ad alimentare l’esercizio di piattaforme di generazione altamente inquinanti e pericolose per la salute pubblica, come i cosiddetti “termovalorizzatori”.
L’iniziativa “Cip 6 o ci fai?” intende dar vita ad una azione legale contro i GSE, i gestori di servizi elettrici, al fine di ottenere il rimborso della quota di fondi Cip 6 che queste società hanno incamerato e destinato alla generazione da fonti di energia “assimilate” alle fonti rinnovabili in violazione, tra l’altro, della direttiva della Comunità Europea 77/2001. I Cip 6 sono una quota della bolletta relativa alle utenze, domestiche ed industriali, che i cittadini pagano per la fornitura di energia elettrica.
L’obiettivo di questa azione non è solo quello di ottenere un rimborso economico per fondi che, inizialmente destinati allo sviluppo di fonti di energia pulite, sono stati, successivamente, distratti sulla base di un artificio normativo ma, soprattutto, quello di disincentivare lo sfruttamento dei termovalorizzatori, aziende uniche nel loro genere, che riescono ad essere economicamente vantaggiose solo grazie ai fondi pubblici del Cip 6. Ricordiamo, in questo senso, la gara per la gestione dell’inceneritore di Acerra, andata deserta per ben tre volte, finché il Governo italiano, in barba alla normativa europea, peraltro già recepita dall’Italia dlgs. 397/2003), ha garantito l’applicazione del Cip 6 all’impianto.
Riteniamo, questa, una battaglia di civiltà, ed invitiamo tutti i cittadini ad unirsi a noi.
Nei prossimi giorni istituiremo punti di raccolta che, con cadenza regolare, saranno disponibili per raccogliere le istanze di tutti coloro le vorranno partecipare a questa azione legale.
Ricordiamo, inoltre, che l’apertura della pratica richiede: fotocopia, fronte e retro, di un documento di identità valido; fotocopia della bolletta elettrica emanata dal proprio gestore di servizi elettrici e un contributo di dieci euro per le spese legali che l’associazione Diritto al futuro dovrà sostenere.
Vi invitiamo a visitare, periodicamente, il sito dell'Associazione Progetto Civile e quello dell’Associazione Diritto al Futuro, per essere continuamente aggiornati sugli sviluppi dell’iniziativa “Cip 6 o ci fai?”, sui calendari dei punti di raccolta e sulle future iniziative dell'Associazione Progetto Civile a Milano e Lombardia.
Associazione Progetto Civile
L’iniziativa “Cip 6 o ci fai?” intende dar vita ad una azione legale contro i GSE, i gestori di servizi elettrici, al fine di ottenere il rimborso della quota di fondi Cip 6 che queste società hanno incamerato e destinato alla generazione da fonti di energia “assimilate” alle fonti rinnovabili in violazione, tra l’altro, della direttiva della Comunità Europea 77/2001. I Cip 6 sono una quota della bolletta relativa alle utenze, domestiche ed industriali, che i cittadini pagano per la fornitura di energia elettrica.
L’obiettivo di questa azione non è solo quello di ottenere un rimborso economico per fondi che, inizialmente destinati allo sviluppo di fonti di energia pulite, sono stati, successivamente, distratti sulla base di un artificio normativo ma, soprattutto, quello di disincentivare lo sfruttamento dei termovalorizzatori, aziende uniche nel loro genere, che riescono ad essere economicamente vantaggiose solo grazie ai fondi pubblici del Cip 6. Ricordiamo, in questo senso, la gara per la gestione dell’inceneritore di Acerra, andata deserta per ben tre volte, finché il Governo italiano, in barba alla normativa europea, peraltro già recepita dall’Italia dlgs. 397/2003), ha garantito l’applicazione del Cip 6 all’impianto.
Riteniamo, questa, una battaglia di civiltà, ed invitiamo tutti i cittadini ad unirsi a noi.
Nei prossimi giorni istituiremo punti di raccolta che, con cadenza regolare, saranno disponibili per raccogliere le istanze di tutti coloro le vorranno partecipare a questa azione legale.
Ricordiamo, inoltre, che l’apertura della pratica richiede: fotocopia, fronte e retro, di un documento di identità valido; fotocopia della bolletta elettrica emanata dal proprio gestore di servizi elettrici e un contributo di dieci euro per le spese legali che l’associazione Diritto al futuro dovrà sostenere.
Vi invitiamo a visitare, periodicamente, il sito dell'Associazione Progetto Civile e quello dell’Associazione Diritto al Futuro, per essere continuamente aggiornati sugli sviluppi dell’iniziativa “Cip 6 o ci fai?”, sui calendari dei punti di raccolta e sulle future iniziative dell'Associazione Progetto Civile a Milano e Lombardia.
Associazione Progetto Civile
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