Caro Candidato, ma l'acqua?
Il 12 e 13 Giugno 2011, dopo molti
anni, i referendum hanno di nuovo raggiunto il quorum e sono tornati ad
essere lo strumento di democrazia diretta che la Costituzione
garantisce. La maggioranza assoluta delle italiane e degli italiani
ha votato Sì ai due referendum per l'acqua bene comune: oltre il 95%
dei votanti si è espresso dunque in favore della fuoriuscita dell'acqua
da una logica di mercato e di profitto.
Il combinato disposto dei due quesiti
referendari consegna un quadro normativo che rende necessaria la
ripubblicizzazione del servizio idrico integrato. Infatti, così come
sancito nella sentenza della Corte costituzionale di ammissibilità del
I° quesito l'abrogazione del c.d. Decreto Ronchi rimanda direttamente
alla disciplina comunitaria in ordine alla gestione dei servizi pubblici
locali, la quale prevede anche la gestione tramite enti di diritto
pubblico.
Questa è un'indicazione chiara, su
cui i cittadini, e anche alcuni partiti, hanno già espresso la loro
volontà. Una volontà che ha che fare su quale direzione percorrere nel
futuro in tema di garanzie sociali, diritti collettivi e beni comuni.
Ad oggi, trascorso un anno e mezzo
dalla vittoria referendaria, il Governo attuale così come il precedente
non hanno compiuto nessun passo in direzione di quella volontà popolare
così chiaramente espressa, mentre diverse sono le misure, approvate e/o
proposte, che muovono in direzione opposta.
Solo l’intervento della Corte
Costituzionale con la sentenza 199/2012, del 20 luglio scorso, ha
ripristinato la volontà espressa dai cittadini sul primo quesito
referendario, quello che ha abrogato l’obbligo alla privatizzazione dei
servizi pubblici locali, dichiarando illegittimo l’art 4 del DL 138
avanzato dal governo Berlusconi e confermato dal governo Monti.
Il 28 dicembre 2012 l'AEEG ha
approvato la delibera (585/2012) con cui ha definito il Metodo
Tariffario Transitorio del servizio idrico integrato, sancendo, nei
fatti, la negazione dei referendum del Giugno 2011.
Per ultimo, il Consiglio di Stato ha ribadito che la quota di capitale investito, va elimitata dalla bolletta, cosa che, ad oggi, nessun gestore ha fatto.
Per ultimo, il Consiglio di Stato ha ribadito che la quota di capitale investito, va elimitata dalla bolletta, cosa che, ad oggi, nessun gestore ha fatto.
Poiché pensiamo che l’approvazione di
una nuova norma tariffaria non possa essere, in nessun caso, considerata
mero adempimento tecnico, bensì elemento sostanziale di rispetto del
voto democratico della maggioranza assoluta del popolo italiano,
riteniamo sia opportuna una presa di posizione da parte della forza
politica da Lei rappresentata.
Ma ci sembra che in questa campagna
elettorale si dica poco e nulla sull'applicazione di quel referendum che
riguardava tutti i servizi pubblici locali e ha ribadito in modo chiaro
che i cittadini non li vogliono privatizzati.
Pensiamo che, in un momento in cui si
chiede agli italiani di tornare alle urne, sia doveroso che ogni forza
politica si esprima su come pensa di applicare la volontà espressa
dall'ultima consultazione nazionale: quella dei referendum 2011.
Rispettare quel voto significa
intraprendere la ripubblicizzazione del servizio idrico e contrastare
tutte le iniziative che collocano nella sfera del mercato e dei profitti
quello che è patrimonio di tutti. Non farlo, significa semplicemente
calpestare la democrazia, con tutte le conseguenze che questo può avere
su una campagna elettorale.
Sull'acqua i cittadini hanno già votato.
Perchè si scrive acqua ma si legge democrazia!
Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua
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