L'ISM (International Solidarity Movement) palestinese e la politica palestinese L'ISM palestinese non si occupa direttamente
della politica palestinese. Evita ogni rapporto con i partiti palestinesi, con
l'ANP e con l'OLP. L'ISM palestinese si
oppone con il metodo delle azioni dirette non-violente alle forze di
occupazione israeliane in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza. Un principio che vale, ovviamente, anche per
i vari gruppi internazionali di supporto dell'ISM palestinese, come ISM-Italia.
Noi occidentali non abbiamo nulla da insegnare, ma molto, anzi moltissimo, da
imparare.
Siano
quindi i palestinesi a decidere del loro futuro. Un
semplice principio di non ingerenza negli affari interni palestinesi.
Ridicole,
grottesche, colonialiste e “orientaliste”1
appaiono tutte le iniziative di “istituzioni, partiti e
organizzazioni della società civile” non-palestinesi a sostegno, ad
esempio, del riconoscimento di uno Stato palestinese all'ONU, previsto nelle
prossime settimane, appoggiando petizioni di questa o quella parte palestinese.
Il
BNC (Palestinian Boycott, Divestment and Sanctions National Committee) e la
politica palestinese Lo
stesso vale per il BNC palestinese che si guarda bene da ogni commistione con i
partiti palestinesi, con l'ANP e con l'OLP.
Il
BNC ha emesso due comunicati il 1 giugno e l'8 agosto (vedi dossier di
ISM-Italia,
http://www.ism-italia.org/2011/07/sul-riconoscimento-di-uno-stato-palestinese-allonu/),
che sono stati utilizzati in modo improprio, dai rappresentanti
di Fatah in Italia, a sostegno delle loro tesi.
Un
articolo di Omar Barghouti, apparso su Al Jazeera, chiarisce in modo
inequivocabile la posizione del BNC,
ISM-Italia
e la politica palestinese ISM-Italia ha come referenti in
Palestina l'ISM palestinese e il BNC e si comporta in conseguenza. Compito dei
movimenti di solidarietà con la resistenza del popolo palestinese dovrebbe
essere, in primis, quello di lottare contro la politica estera del proprio
paese, nel nostro caso dell'Italia e dell'Europa, una politica filoisraeliana e
filosionista, sostenuta da tutti i partiti politici presenti in parlamento,
sulla scia di un presidente della repubblica e di un ineffabile ex presidente
della camera.
ISM-Italia
ha svolto un suo ruolo2 per far conoscere le voci critiche
palestinesi, troppo spesso, se non sistematicamente, ignorate, non solo dai
media italiani, ma anche dalla maggioranza dei cosidetti movimenti di
solidarietà.
Con
una serie di iniziative tese a mettere in un angolo l'imperante “pensiero
sbrigativo”, favorito dall'illusione che i social network siano uno strumento
di riflessione e di approfondimento, mentre troppo spesso finiscono per imitare
i talk-show televisivi alimentati dai tuttologi del vacuo.
Per
quel che riguarda la questione del riconoscimento di uno Stato palestinese
all'ONU ci limitiamo a mettere a disposizione alcuni documenti palestinesi che
riteniamo utili per una riflessione approfondita,
Il
dossier sarà successivamente integrato con altri documenti e con alcune
considerazioni riassuntive.
Di
particolare importanza il documento citato di Omar Barghouti.
ISM-Italia
Le scelte dell'ISM e il parere di significativi esponenti palestinesi.
http://www.ism-italia.org/2011/07/sul-riconoscimento-di-uno-stato-palestinese-allonu/
http://www.ism-italia.org/2011/07/sul-riconoscimento-di-uno-stato-palestinese-allonu/
Torino,
15 settembre 2011
1.
Orientalismo. L'immagine europea dell'Oriente di Edward Said, Feltrinelli 2002.
2. È
sufficiente ricordare l'impegno per la traduzione e la pubblicazione, tra gli
altri, di:
La pulizia etnica della Palestina di Ilan Pappé, Fazi
editore 2008
Sposata a un altro uomo – Per uno stato unico laico e
democratico nella Palestina storica di Ghada Karmi, DeriveApprodi 2010 e la
prossima pubblicazione di Non ci sarà uno Stato palestinese di Ziyad Clot,
Zambon editore 2011.
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