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1.5.11

LA CORTE DI GIUSTIZIA BOCCIA IL REATO DI CLANDESTINITA' - la sentenza

La Corte di Giustizia,  con sentenza del 28 aprile 2011, ha affermato che il reato di clandestinità introdotto nel diritto italiano è contrario alla normativa europea che tutela la dignità umana e il corretto rapporto tra mezzi e fini, per rendere effettivo l'ordine di espulsione e il rimpatrio, ove ne ricorressero le condizioni.
La sentenza della Corte di Giustizia del 28 aprile 2011 riporta sul binario della tutela dei diritti fondamentali e inviolabili della persona la legge italiana del 2009, che pertanto il Giudice italiano è ora tenuto a disapplicare.
Non e' una sentenza di "sinistra".
E' solo il riconoscimento che gli Stati devono rispettare i diritti dell'uomo, che non sono ne' di destra, ne' di centro, ne' di sinistra, in quanto ogni persona è un essere umano.
Il diritto penale di ogni Stato membro dell’Unione Europea deve rispettare i principi comunitari, nella specie contenuti in una Direttiva che l'Italia, nell'indifferenza quasi generale, non aveva recepito.
Il mancato recepimento ha spinto la Corte europea ad invitare i Giudici nazionali, secondo i principi consolidati a livello europeo, a disapplicare la norma italiana che sanzionava penalmente il fatto del "clandestino" che non avesse ottemperato all'ordine di espulsione permanendo sul territorio dello Stato in condizione irregolare. 

Antonella Fachin


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2 commenti:

  1. Il reato di clandestinità è un assurdo giuridico...

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  2. I giudici ora devono applicare la sentenza e lo faranno. I politici?

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