Stop all’intervento militare
Stop ai bombardamenti
In Europa e nel Mediterraneo soffiano i venti di guerra.
Il via libera alla no-fly zone ha dato fiato alle trombe di chi non vedeva l’ora di dimostrare una” responsabilità” europea finora dimenticata, mettendo a disposizione basi, aerei e soldati.
Non c’è traccia, invece, delle impegnative parti della risoluzione ONU legate all’iniziativa politica.
Le azioni militari vengono giustificate da ragioni umanitarie: è una menzogna.
La verità è un’altra: i raid hanno come obiettivo un cambio di regime in Libia per il controllo del petrolio, come è già avvenuto in Iraq.
Si tratta in realtà di una aggressione che metterà in ginocchio la Libia, il suo popolo e annienterà il processo democratico iniziato sull’onda delle lotte democratiche e di massa che hanno cacciato in Tunisia ed Egitto governi autoritari e liberticidi.
Siamo a fianco del popolo libico in lotta contro il dittatore, ma pensiamo che non lo si aiuti con un intervento militare che colpisce le città.In due mesi di rivolte e rivoluzioni, l’Europa non ha fatto altro che porsi il problema di come bloccare l’arrivo dei profughi, alimentando un clima di paura e odio nei confronti di chi scappava da paesi attraversati da forti conflitti sociali e militari.
Chiediamo l’immediato cessate il fuoco.
Per questo è necessario tornare in piazza per un’ampia mobilitazione contro la guerra, contro il dittatore libico, contro questo ennesimo intervento militare, a sostegno delle esperienze democratiche del Maghreb e del Mashrek, per difendere il diritto all’accoglienza dei profughi.
Su questi contenuti invitiamo tutti/e i cittadini e le cittadine a mobilitarsi partecipando presidio delle ore 18 in San Babila.
Promuovono:
Arci - Fiom - Federazione della Sinistra - Italia dei Valori - Sinistra Ecologia e Libertà Aderiscono: Emergency
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