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8.2.11

NON C’E’ PIU’ PAPI CHE TENGA - LA QUESTIONE MORALE: LE DONNE IN PRIMA FILA

Si moltiplicano in tutta Italia le iniziative per le dimissioni del Presidente del Consiglio. Non c’è più papi che tenga. Una risposta dell’indignazione al vedere il continuo degrado delle Istituzioni della Repubblica Italiana come mai prima, dal dopoguerra sino all’inizio di questo quasi “secondo ventennio” italiano e unito a ciò assistiamo alla reiterazione della strumentalizzazione del corpo delle donne consegnate allo stereotipo di veline, accompagnatrici, prostitute, addobbi o meno per il piacere del gallo di turno.
Un’altra Italia esiste nonostante tutto, una parte del Paese che non ne può più di vedere plasmate le Leggi in funzione di necessità personali e di mantenimento del potere, di vedere paralizzato il Parlamento in questioni in cui il Bunga-Bunga monopolizza le sorti degli italiani e di qualche italiano più uguale degli altri, che pretende pure di scegliersi l’eventuale tribunale giudicante, mentre la maggioranza del paese fatica ad arrivare alla seconda metà del mese e i giovani hanno un tasso di disoccupazione nella fascia d’età 15-24 anni del 29% - fonte Istat - mai raggiunto in passato, dove il lavoro come la vita è diventata precaria per la maggioranza degli italiani. Ma in tutto ciò la voce e le iniziative delle Donne sono le più confortanti e forti.
A Milano: nel pomeriggio di sabato 29 gennaio (video YouTube Milano manifestazione Donne 29 gennaio - Berlusconi Dimissioni ! ) si è svolta una manifestazione in piazza della Scala, una delle tante che hanno visto e vedranno protagoniste le donne , l’altra parte della cittadinanza femminile che non si riconosce nella mercificazione del corpo delle donne e che rivendica rispetto e dignità.
Il 5 febbraio vi è stata l’iniziativa di Libertà e Giustizia “Dimettiti, per un’Italia libera e giusta” che, con un pacco regalo di oltre centomila firme raccolte pro-dimissioni di Berlusconi, ha organizzato un pomeriggio per la Costituzione al Palasharp di Milano, tra i partecipanti: Susanna Camusso, Nando dalla Chiesa, Concita Di Gregorio, Beppino Englaro, Maurizio Landini, Moni Ovadia, Giuliano Pisapia, Umberto Eco, Gustavo Zagrebelsky, Paul Ginsborg e Roberto Saviano a cui hanno assistito oltre diecimila persone.
Il 6 febbraio, organizzata dal Popolo Viola, manifestazione ad Arcore, "tana del Sultano" sempre per la richiesta di dimissioni con l’incitamento: "Vada in Procura a discolparsi per i gravi reati di cui è indagato".
In un contesto internazionale, l’iniziativa del 12 febbraio. Arcore: il Popolo Viola con lo slogan "L'Italia non è una Repubblica fondata sulla prostituzione", organizza proteste rumorose con pentole, padelle ecc., tra le città estere che hanno aderito vi sono, per ora, New York e Barcellona.
Milano 13 febbraio: “Solidarietà ai magistrati”, di fronte al Tribunale, senza bandiere e simboli di partiti; sono promotori: Barbara Spinelli, Marco Travaglio e Michele Santoro, in "difesa dell'indipendenza della magistratura, della libertà d'informazione e dei valori fondamentali della Costituzione" annullato in sostegno alla manifestazione nazionale delle Donne indetta per lo stesso giorno e in seguito alla cancellazione della manifestazione del PDL contro i magistrati.
Donne: manifestazione nazionale a Roma e nelle città d'Italia con lo slogan: "Se non ora quando?", accusano “il modello di relazione tra donne e uomini, ostentato da una delle massime cariche dello Stato, di incidere profondamente negli stili di vita e nella cultura nazionale, legittimando comportamenti lesivi della dignità delle donne e delle istituzioni”. Anche nella rete c’è fermento e su Facebook vi è sono adesioni a cascata a un gruppo che invita a cambiare l'immagine del proprio profilo con figure femminili forti, tra quelle scelte compaiono Anna Magnani, Alda Merini, Dolores Ibárruri, la “Pasionaria”. Sulle immagini di quelle donne e di quello che le loro vite hanno significato e significano ieri come oggi, si sta consumando il confronto tra la concezione da loro espressa dell’essere donna e quella rappresentata dalle “signorine del cavaliere”. Il gruppo Donne che dicono NO!, ha ormai superato le 160.000 adesioni mentre stiamo scrivendo e continua a crescere. Non solo le donne sentono la necessità di manifestare la loro contrarietà, anche gli uomini, coinvolti dalla lettera di suor Rita pubblicata il 31 gennaio da Repubblica e con l’appello: "Anche noi uomini dobbiamo dire basta" hanno aderito, tra i molti, Gabriele Salvatores, Tiziano Scarpa, Moni Ovadia, Michele Placido.
Grazie alle Donne, oltre le barriere dell’appartenenza etnica, politica, sociale e religiosa, la “Questione Morale” tornerà ad essere perno vitale della democrazia?
Enrico Berlinguer, 28 luglio 1981, intervista a La Repubblica : « La questione morale esiste da tempo, ma ormai essa è diventata la questione politica prima ed essenziale perché dalla sua soluzione dipende la ripresa di fiducia nelle istituzioni, l’effettiva governabilità del paese e la tenuta del regime democratico.»

Luciana Pellegreffi


VEDI ANCHE:
"NUOVARESISTENZA NEWS", FEBBRAIO 2011



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