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24.12.10

SANDRO PERTINI: MESSAGGIO DI FINE ANNO 1980

 MESSAGGIO DI FINE ANNO AGLI ITALIANI
DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
SANDRO PERTINI
Presidente della Repubblica, 1978 - 1985
Palazzo del Quirinale 31 dicembre 1980

Italiane e italiani, cari amici,
vi confesso che ho esitato molto prima di presentarmi dinnanzi alla televisione per porgervi il mio solito saluto augurale per il Nuovo Anno che sta per sorgere.
Ho esitato perchè temo di portare nelle vostre case una nota di tristezza. Nel mio animo non vi è che amarezza. Penso alle vittime del cataclisma sismico che si è scatenato in zone dell'Italia Meridionale. Sono andato subito sul posto ed ho assistito a scene di dolore che mai dimenticherò. E penso ai sopravvissuti, che oggi ricordano i loro morti e pensano al loro paese completamente distrutto e alla loro casa che è un cumulo di macerie.
Ebbene noi non con le parole, ma con i fatti dobbiamo cercare di confortare, di aiutare i sopravvissuti del terremoto. Dobbiamo al più presto cercare di ricostruire i loro paesi e le loro case con criteri antisismici. E qui il governo dovrà vigilare perchè i criteri antisismici siano veramente osservati.
Vi è un'altra preoccupazione in me. Ed è questa: che il cataclisma sismico che si è scatenato nel Mezzogiorno d'Italia ripropone ancora il problema del Meridione. Se ne è sempre parlato, se ne parla da generazioni, ma non è mai stato risolto. In breve, bisogna fare in modo che ogni italiano trovi in Italia un posto di lavoro e soprattutto nel Meridione. E' nel Meridione che la gente, i giovani, non riescono a trovare lavoro e sono costretti ad andare all'estero a mendicare un posto di lavoro. E' una sorte, questa, molto triste che io ho conosciuto personalmente e che credetemi, è intessuta di molti sacrifici ed anche di molte umiliazioni.
E colgo l'occasione qui per inviare il mio saluto augurale a tutte le italiane e agli italiani che si trovano all'estero, che fanno onore all'italia con il loro lavoro, con l'impegno che mettono nel lavoro, con la loro intelligenza.
Altro motivo di preoccupazione di questa mia tristezza è il terrorismo, che non dà pace al popolo italiano, di questo terrorismo che si scatena,che turba la vita del nostro Paese. Un giorno sapremo chi è che manovra questi terroristi, chi è che vuole destabilizzare il regime democratico italiano, chi vuole distruggere questa nostra Repubblica democratica, la cui conquista molto è costata al popolo italiano.
Penso alle famiglie che piangono in questi giorni i loro cari vittime del terrorismo, uomini che appartenevano alle forze dell'ordine che fanno con tanto coraggio e con tanto impegno il loro dovere, ai magistrati, alle famiglie dei magistrati, ai giornalisti, i tecnici e funzionari delle aziende private. Ed allora, pensando a questo terrorismo che si è scatenato in Italia, mi chiedo ancora: chi è che vuole de stabilizzare il nostro regime democratico?
E' un interrogativo che pongo a me stesso, che devono porsi tutti coloro che hanno a cuore le sorti del popolo italiano e della democrazia. Ma vi è un conforto per me, una luce si accende in questa mia amarezza, una luce di speranza e di conforto, ed è che il popolo italiano ha dimostrato di saper affrontare queste sventure con molta dignità, con molto coraggio e con molta fermezza.
Per quanto riguarda il cataclisma sismico, abbiamo avuto la prova della generosità del popolo italiano. Il popolo italiano, spontaneamente ha ritrovato la sua unità nazionale e la sua concordia nazionale. Spontaneamente sono venuti aiuti alla gente del Meridione vittime del terremoto, volontari, che si sono portati nelle zone devastate dal cataclisma, specialmente molti giovani.
Vada la nostra riconoscenza all'esercito, alle forze dell'ordine e ai vigili del fuoco che si sono prodigati con tanta abnegazione. Questa è la generosità dimostrata dal nostro popolo.
Ma il nostro popolo dimostra anche del coraggio e della fermezza nell'affrontare il terrorismo.
Ho assistito a delle manifestazioni, l'ho già detto, che si svolsero subito dopo l'assassinio di un uomo politico che ho sempre considerato un uomo dal cuore puro, dall'intelligenza forte, Aldo Moro, mio caro amico. Bene, in Piazza San Giovanni, colma di 400 mila persone, di tutti i ceti sociali, gli italiani erano li' a far sentire la loro protesta. Altrettanto è avvenuto ai funerali dell'operaio Rossa, a Genova, assassinato dalle "Brigate Rosse". Trecentocinquantamila persone erano ai funerali del Giudice Alessandrini a Milano. E poi a Piazza Maggiore, dopo l'orrenda strage di Bologna, colma di cittadini venuti da ogni parte d'italia a far sentire la loro protesta e la loro decisione di resistere al terrorismo.
Il popolo italiano intende fare barriera contro il terrorismo per difendere la democrazia e la Repubblica. Prendiamo atto di questa volontà del popolo italiano. Il popolo italiano merita tutta la nostra ammirazione ed il nostro rispetto.
io sono orgoglioso di appartenere al popolo italiano. Ripeto, il popolo italiano non si considera superiore ad altri popoli, ma non è neppure inferiore agli altri popoli. Bisogna essere degni del popolo italiano. Non è degno dél popolo italiano colui che compie atti di disonestà. I corrotti ed i disonesti sono indegni di appartenere al popolo italiano, e devono essere colpiti senza alcuna considerazione.
Guai se qualcuno per amicizia o solidarietà di partito dovesse sostenere questi corrotti e difenderli. In questo caso la solidarietà, l'amicizia di partito diventa complicità ed omertà. Deve essere dato, ripeto, il bando a questi disonesti ed a questi corrotti che offendono il popolo italiano. Offendono i milioni e milioni di italiani che pur di vivere onesti impongono gravi sacrifici a se stessi e alle loro famiglie.
Io credo quindi al popolo italiano e sono orgoglioso di essere italiano. io credo nei giovani, lo vado sempre ripetendo. Centinaia di giovani hanno preso contatto con me quando ero Presidente della Camera dei Deputati. Qui già 30 mila giovani in questi due anni sono venuti a trovarmi. Ho sempre discusso con loro, discuto con loro, intreccio con loro un colloquio, una conversazione come fossimo antichi amici. Mi sento porre delle domande e dei quesiti molto seri. Quindi la nostra gioventù è seria.
E' vero, vi è una frangia di giovani che si danno alla violenza, che si mettono sulla strada della droga, ma è una minoranza. La stragrande maggioranza dei giovani è molto più seria di quanto ne pensino certi anziani. Guai a noi se non credessimo nei giovani, dovremmo disperare dell'avvenìre della Patria, perchè non siamo più noi anziani che rappresentiamo questo avvenire, lo rappresentano i nostri giovani.
Ed allora io ai giovani dico questo. Voi avete il cuore pieno di speranze e noi abbiamo la nostra esperienza. Camminiamo dunque insieme, da buoni amici, voi con le vostre ansie, con le vostre speranze e con le vostre aspirazioni, noi con la nostra esperienza. Camminiamo insieme nell'interesse dell'Italia.
Il mio pensiero ancora si rivolge a coloro che nel mondo lotta no contro la fame e contro la miseria.
Vedete, italiani e italiane, mentre io vi parlo milioni e milioni di creature umane stanno morendo di fame. Nel 1979 - sapremo poi le cifre dell'anno che sta finendo - sono morti per denutrizione nel mondo 18 milioni di bambini. Questa strage di innocenti pesa come una condanna sulla coscienza di tutti gli uomini di Stato, e quindi anche sulla mia coscienza. Si, sembra un sogno il mio, quando dico che bisognerebbe arrivare al disarmo totale e controllato.
Con le guerre nulla si risolve. Ed il denaro che oggi si spende e si sperpera, secondo me , per costruire ordigni di morte che, se domani, per dannata ipotesi fossero usati farebbero scomparire l'umanità dal nostro Pianeta, si usi invece, per sollevare dalla fame tanti esseri umani, per combattere la fame nel mondo. Ecco, si esalti la vita e si cerchi di condannare invece tutto ciò che può causare la morte dell'umanìtà.
E' con questi sentimenti e con questi propositi che io mi sono introdotto attraverso la televisione nelle vostre case, italiani e italiane. Con animo fraterno io vi auguro che l'anno 1981 porti serenità in voi, porti serenità nelle vostre famiglie e auguro che i l 1981 sia un anno di pace e di progresso per il popolo italiano.


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