Con i movimenti, a Cancun e nel mondo, per la giustizia ambientale e sociale
Oggi il popolo dell’acqua torna a mobilitarsi in tutte le Regioni. Lo fa dopo aver raccolto più di 1.400.000 firme, il risultato più alto mai raggiunto in tutta la storia referendaria del nostro Paese. Quasi un milione e mezzo di firme raccolte sono una straordinaria forma di partecipazione democratica e un chiaro segnale alla politica. Nonostante ciò una parte del cosiddetto “decreto Ronchi” entra in applicazione già alla fine di quest’anno. Uno sfregio alla volontà popolare, che con forza sta dicendo “no” alle privatizzazioni dei servizi idirci.
Per questo chiediamo, in primo luogo, la “moratoria” delle scadenze del decreto Ronchi e della soppressione delle Autorità d’Ambito Territoriali fino a quando non ci sarà stato il pronunciamento referendario. Infatti, il decreto Ronchi stabilisce che, in diversi casi già alla fine del 2010, e nella maggioranza alla fine del 2011, le società a totale capitale pubblico dovranno far entrare soci privati nella misura di almeno il 40% del capitale se non vorranno perdere le concessioni del servizio idrico. Le Autorità d’Ambito vengono però soppresse dal 1° gennaio 2011 con l’idea di spostare le decisioni ad altri livelli, a quello provinciale se non addirittura regionale, per togliere la titolarità della gestione ai sindaci che rivendicano l’autonomia degli Enti locali sulla gestione dei servizi idrici.
Chiediamo inoltre che i cittadini italiani siano chiamati al voto referendario comunque nel 2011, anche se ci fossero elezioni politiche anticipate, se necessario, come già successo in passato sul referendum sul nucleare, attraverso uno specifico provvedimento legislativo.
Manifestiamo oggi, mentre è in corso il vertice di Cancun sui cambiamenti climatici: lo abbiamo scelto per sottolineare che la nostra battaglia per l’acqua pubblica si collega all’iniziativa dei movimenti sociali internazionali perché la crisi ecologica del pianeta sia affrontata con un’idea di giustizia ambientale e sociale, rifiutando l’idea di equiparare l’acqua ad una qualsiasi merce.
Insomma, oggi verrà posta ancora una volta nelle piazze d’Italia una grande questione democratica e di affermazione del diritto dei cittadini di decidere sul destino di un bene comune vitale com’è l’acqua. E in questa difesa dei diritti sappiamo esserci una grande vicinanza con gli studenti che si stanno mobilitando perché la conoscenza e la formazione non vengano consegnate alla logica del mercato e con il movimento dei lavoratori che in questi mesi ha manifestato perché il lavoro non sia ridotto a merce, pura variabile delle scelte produttive e finanziarie dell’impresa globalizzata.
Tutti quanti assieme parliamo con l’unica lingua della democrazia e dei diritti e assieme immaginiamo un futuro sottratto alla logica del profitto. I nostri tre referendum sono parte dell’impegno di chi, come noi, lavora e lotta per costruire l’alternativa, per concretizzare una nuova idea di società.
Forum italiano Movimenti per L’acqua
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