Giorno conclusivo del teatrino della compravendita dei parlamentari, del braccio di ferro all’interno del centro destra per acquisire spazi e promesse altrimenti non trattabili e di chi finalmente trova i suoi minuti di celebrità in TV.
Il governo Berlusconi ha ottenuto la fiducia al Senato con 162 favorevoli e 135 contrari; 11 gli astenuti tra cui 10 senatori finiani e l'ex senatore del Pdl, Enrico Musso, di recente passato al gruppo misto.
Alla Camera ha ottenuto 314 voti contrari alla mozione di sfiducia 311 a favore; e 2 astenuti. La siducia al governo Berlusconi ha i nomi di Maria Grazia Siquilini e Catia Polidori di Fli e di Domenico Scilipoti, Massimo Calearo e Bruno Cesario che, alla vigilia della crisi, si sono inventati il “cosiddetto "gruppo di responsabilità".
Interessanti i motivi dell'indignazione di Luca Barbareschi, che parla di voto "vergognoso" e spiega a chiare lettere che la Polidori è stata "minacciata" per le sue aziende. Le avrebbero detto che gliele avrebbero chiuse. Sappiamo per certo che la Polidori, la cui azienda di famiglia è il Cepu, ha ottenuto rassicurazioni che la favoriscono".
A Montecitorio i no hanno superato i sì per tre voti: 314 a 311. Due gli astenuti, 627 i presenti. Contro la sfiducia e quindi a favore della maggioranza hanno votato i 235 deputati del Pdl; i 59 della Lega, 11 di Noi Sud (non ha votato Antonio Gaglione); Francesco Nucara, Francesco Pionati, Maurizio Grassano, Gianpiero Catone, Maria Grazia Siliquini, Catia Polidori, Domenico Scilipoti, Bruno Cesario e Massimo Calearo. A favore della sfiducia si sono espressi i 206 deputati del Pd; i 22 dell'Idv; i 35 dell'Udc; 31 di Fli (non ha partecipato al voto Silvano Moffa e come detto all'ultimo momento Siliquini e Polidori si sono schierate con il centrodestra); i 6 di Api; i 2 Liberaldemocratici; i 5 Mpa e Giorgio La Malfa, Giuseppe Giulietti, il rappresentante della Valle d'Aosta Rolando Nicco e Paolo Guzzanti. Astenuti infine i due esponenti della Svp. Come prassi non ha votato il presidente della Camera Gianfranco Fini.
Nella capitale diversi cortei, e scontri, adesso è attaccata la sede della Protezione Civile, schierati 2 mila agenti.
Berlusconi ha vinto ancora la sua battaglia personale contro la Repubblica Italiana, di non presentarsi in tribunale e mantenendo ancora il suo “interesse personale in carica pubblica".
Si profilano tempi di conflitto politico e di tensioni sociali in crescita.
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