Si è tenuta il 25 e 26 Settembre la maratona musicale promossa a Cesena dal grillesco MoVimento 5 stelle. Volutamente dico dal MoVimento grillescoe e non da Beppe Grillo, perché non vorrei tanto scrivere del comico genovese, né degli artisti che si sono succeduti sul palco emiliano, da Max Gazzè a Fabri Fibra, da Baccini, che per l’evento ha realizzato un ‘inno’, a Samuele Bersani e neppure dei numerosi esperti e Premi Nobel intervenuti, del calibro di Jeremy Rifkin e Joseph Stiglitz. Vorrei infatti scrivere dei 100.000 che a detta degli organizzatori sotto ed intorno a quel palco ci sono stati, dei quasi 3.000.000 che hanno seguito in streaming l’evento, dei 100.000 iscritti al MoVimento, che dalla rete mobilitano e costruiscono un programma politico, ed ancora dei Vari Meet up e Liste Civiche sorti negli ultimi anni intorno al fenomeno Grillo. Perché in loro vedo quell’energia ed emozione, quella voglia di sognare, ma allo stesso tempo quel realismo che animava anche i ragazzi che nel ’69 si riunirono a Woodstock, Bethel, Stato di New York per celebrare la voglia di esserci, con un gesto politico allora, come atto politico è da intendersi anche oggi la presenza a Cesena, Italia, quasi quaranta anni dopo. Questi giovani ma anche meno giovani hanno, oggi come allora, in comune un ideale: la voglia, l’urgenza di mutare passo, di cambiare uno status quo mondiale e soprattutto politico, un’empasse che ormai sta stretto, è divenuto sterile, è lontano anni luce dai problemi reali della gente. E allora potente sorge la Musica a portare temi, posizioni, proposte nuove: il diritto all’informazione, con l’accesso gratuito alla rete fin dalla nascita, l’impatto zero - la kermesse è stata organizzata in collaborazione con il Centro Riciclo Vedelago, per ottenere recupero al 100% dei materiali utilizzati durante l’evento - qui peraltro l’acqua veniva consumata da cisterne portate appositamente sul luogo, per limitare l’uso di bottigliette di plastica e simila. E ancora si è parlato di abolizione delle Provincie, del rilancio di un Parlamento Pulito, è di questi giorni la notizia che in Senato sono tornate le 350.000 firme della proposta di legge grillina per una politica senza condannati, di mobilità sostenibile: insomma di una politica come passione e ricerca e non come desiderio di potere e denaro. Al di là delle affezioni ed affiliazioni varie penso infine che Cesena, così come i V-Day che l’hanno preceduta, abbiano questo in comunque con la Woodstock sessantottina: un formidabile pugno nello stomaco, una sveglia improrogabile per tutti gli Italiani a riprendersi la politica, la cosa pubblica, ad attivarsi sulle problematiche che gli stanno a cuore, a credere ed essere ottimisti che si può sempre e comunque fare la differenza e nel farlo divertirsi pure, ballando al ritmo della Musica, creando fratellanze nuove o rinsaldandone altre, andare avanti verso un reale futuro per questo paese sgangherato. Ed allora non è l’immagine di Jimy Hendrix che suona l’inno nazionale americano con cruda, allucinatoria sonorità, non solo le scene di un Beppe Grillo nuovo Cicerone caustico contro una Casta ormai spenta e allo sbando che voglio ricordare del Woodstock passato e recente: è la foto di tutti i giovani, figli dei fiori, grillini e non che hanno partecipato, delle persone che ogni giorno il sogno di esserci lo fanno vivere e crescere ed evolvere e che dovrebbero essere ad esempio per noi tutti per non mollare, non ancora, credere che l’impegno politico e civile sia e diventi un imperativo morale e categorico per tutti noi.
Eleonora Donofrio
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