Venerdì 15 ottobre ore 17.00 Sala delle miniature (III piano) Palazzo Vecchio* - Firenze
Gruppo consigliare perUnaltracittà presenta il libro *Il Progetto locale* Verso la coscienza di luogo di Alberto Magnaghi, Bollati Boringhieri
Coordina: Ornella De Zordo Introduce: Alberto Asor Rosa
Intervengono: Paolo Baldeschi, Giacomo Becattini, Pier Luigi Cervellati, Rossano Pazzagli
Conclude: *Alberto Magnaghi
Il libro
La condizione in cui ci ha fatti precipitare la crisi economica mondiale impone nuove visioni strategiche, a partire proprio da ciò che ci è più prossimo: il luogo in cui viviamo e da cui, paradossalmente, siamo sempre più sradicati. La nostra esistenza si delocalizza, perdiamo la sovranità sulle sue forme materiali e simboliche, mentre quell‚autentica opera d‚arte corale che è il territorio, costruito nel dialogo vivo tra essere umano e natura, subisce una spoliazione sistematica, riducendosi a supporto amorfo di opere e funzioni, quando non a collettore di veleni.Secondo Alberto Magnaghi, uno dei massimi teorici del localismo consapevole, è ormai improrogabile riprogettare il territorio su basi di autosostenibilità e decrescita. Dieci anni dopo la prima edizione del *Progetto locale* tradotto in francese, inglese e spagnolo, i guasti si sono aggravati, ma si è anche acuita la cognizione della catastrofe.
In questa nuova edizione accresciuta e aggiornatissima si dà conto dei tentativi di rimettere in valore lo spazio pubblico attraverso nuove alleanze di comunità. Essenziale è il sorgere di una coscienza di luogo (di quartiere, di città, di valle, di bioregione) che miri a tutelare i beni patrimoniali comuni, ossia culture, paesaggi urbani e rurali, produzioni locali, saperi. Non nella prospettiva difensiva del sangue e suolo, che spesso ha cooperato alla rapina delle risorse, bensì all‚interno di un orizzonte solidale e partecipativo, dove siano portatori di diritti coloro che si prendono cura dei luoghi.
Il libro
La condizione in cui ci ha fatti precipitare la crisi economica mondiale impone nuove visioni strategiche, a partire proprio da ciò che ci è più prossimo: il luogo in cui viviamo e da cui, paradossalmente, siamo sempre più sradicati. La nostra esistenza si delocalizza, perdiamo la sovranità sulle sue forme materiali e simboliche, mentre quell‚autentica opera d‚arte corale che è il territorio, costruito nel dialogo vivo tra essere umano e natura, subisce una spoliazione sistematica, riducendosi a supporto amorfo di opere e funzioni, quando non a collettore di veleni.Secondo Alberto Magnaghi, uno dei massimi teorici del localismo consapevole, è ormai improrogabile riprogettare il territorio su basi di autosostenibilità e decrescita. Dieci anni dopo la prima edizione del *Progetto locale* tradotto in francese, inglese e spagnolo, i guasti si sono aggravati, ma si è anche acuita la cognizione della catastrofe.
In questa nuova edizione accresciuta e aggiornatissima si dà conto dei tentativi di rimettere in valore lo spazio pubblico attraverso nuove alleanze di comunità. Essenziale è il sorgere di una coscienza di luogo (di quartiere, di città, di valle, di bioregione) che miri a tutelare i beni patrimoniali comuni, ossia culture, paesaggi urbani e rurali, produzioni locali, saperi. Non nella prospettiva difensiva del sangue e suolo, che spesso ha cooperato alla rapina delle risorse, bensì all‚interno di un orizzonte solidale e partecipativo, dove siano portatori di diritti coloro che si prendono cura dei luoghi.
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