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27.10.10

Navi dei veleni: nel fiume Oliva l’inferno tossico

di Italo Romano - Oltre la Coltre

Alla fine, dopo tante tribolazioni, si é appurato che nel letto del torrente Oliva sono sotterrati rifiuti speciali e pericolosi di ogni sorta. Nessuna teoria del complotto, la verità é scritta! Già questa, ai tempi d’oggi, é una notizia. Anche se telegiornali e carta stampata si sono guardati bene dal diffonderla. Ieri, 26 Ottobre 2010, presso gli uffici della Procura della Repubblica di Paola, sono stati consegnati i risultati delle ispezioni effettuate dall’Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente in Calabria) nelle acque del fiume Oliva e nel terreno sottostante e circostante (tramite carotaggi).
Le parole del procuratore Bruno Giordano, che conduce le indagini, sono chiare come non mai: “Dai 91 carotaggi effettuati sono emersi rif iuti speciali, in particolare fanghi industriali che non potevano essere smaltiti nel terreno, ma dovevano f inire in un apposito sito che si trova in Germania (in Italia non esistono discariche atte allo smaltimento di questi tipologia di rifiuti). Ci sono poi rifiut i pericolosi ed in particolare è stato riscontrato un picco alto di arsenico. Sono stati poi rilevati degli idrocarburi pesanti e riteniamo che si tratt i di scarti di raffineria”.
L’attività investigativa ha f inora coinvolto quattro persone (per ora anonime) che risultano iscritte nel registro degli indagati con l’accusa di disastro ambientale.

Quanto alla paventata ipotesi circa la presenza di materiale radioattivo, il magistrato ha precisato che “Per il momento sulla vicenda della radioattività non possiamo ancora dire nulla perché attendiamo gli esiti delle analisi affidate ad alcune Arpa dell’Italia settent rionale. Non é il momento di parlare di scorie nucleari, siamo alle porte della neo ero nucleare e un’opinione pubblica consapevole della non smaltibilità dei rifiuti radioattivi sarebbe poco concorde con la costruzione di centrali nucleari.

Tanti anni sono passati, tante navi sono affondate, tante merda é stata nascosta nelle viscere della nostra terra e solo grazie al coraggio del Procuratore di Paola, Bruno Giordano é stata fatta un pò di luce su questa triste vicenda. Infatti i carotaggi sono stati ordinati dall’eretico magistrato che conduce le indagini sullo smaltimento illegale di rifiuti in Calabria. Dalle analisi di laboratorio é venuto fuori di tutto. I segnali di allarma dell’estate appena trascorsa non erano dettati da enfasi paranoica e manie di protagonismo. La sotto c’é un inferno di veleni dispersosi irreversibilmente nella terra, nell’acqua dei fiumi, del mare e delle falde sotterrane. Queste sostenze sono entrare di prepotenza, ma in educato silenzio, nella catena alimentare. I danni provocati e che provocheranno questi veleni, sono e saranno incalcolabili.
In prevalenza é stata ufficializzata la presenza di diverse tonnellate di fanghi industriali (provenienti dalle fabbriche del nord Italia), di arsenico (cancerogeno, può uccidere danneggiando irreparabilmente il sistema digestivo e nervoso) e scarti di raffinerie (idrocarburi pesanti). Insomma tutto materiale di provenienza extra-regionale, smaltito illegalmente da criminalità organizzata, e imprenditori senza scrupoli  con la collaborazione del silenzioso assenso dello Stato. Lo stesso Stato che oggi tace sulla vicenda, che in un paese civile dovrabbe occupare le prime pagine dei giornali. Invece si parla della buona anima di Sarah Scazzi, di Grande fratello e altri stronzate del genere.
Ora, appurata la presenza di rifiuti pericolosi e tossici, bisogna prima di tutto bonificare l’area, per tutelare la salute delle persone, della fauna e della flora dell’area interessata. Inoltre sara necessario approfondire le indagini e scoprire chi ha messo lì quei veleni e da dove provengono. Insomma bisogna dare un nome ai colpevoli e ricostruire uno dei più tragici misteri italiani. Ricordo che l’area in questione si trova tra i comuni di Amantea, Serra D’Aiello e Aiello Calabro, a pochi chilometri dalla tristemente famosa spiagga delle Formiciche dove nel 1990 si arenò “accidentalmente” la motonave Jolly Rosso.
Coincidenze? No, io non credo alle coincidenze.
Resisto!
Irolc
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