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8.9.10

BONANNI PUR DI VINCERE E' DISPOSTO A TRUCCARE LE CARTE

La Cisl ha deciso che i padroni devono vincere a tutti i costi e che se necessario è disposta anche a truccare il gioco. Come interpretare altrimenti l’ultima uscita del segretario generale Raffaele Bonanni? Il leader di via Po, in pratica propone di estendere il modello Pomigliano per rilanciare la produttività e i salari dei lavoratori italiani. Per carità, nella cosiddetta trattativa sindacale va bene tutto, sempre che l'ultima parola resti ai lavoratori. In fin dei conti in più di quindici anni di concertazione ne abbiamo viste di cotte e di crude, soprattutto da parte della Cgil, ma arrivare ad imporre il taglio drastico dei diritti attraverso un atto che somiglia ad un decreto imperiale sembra davvero il massimo della sfacciataggine e della presunzione. Per far digerire il modello “Fabbrica Italia” ai lavoratori di Pomigliano, almeno, c’era stato un referendum. Ora, invece, si arriva all’estensione tout court. Nel giorno in cui Federmeccanica dichiara la disdetta del contratto a partire dal 2012, cioè dalla scadenza di quello attuale, la dichiarazione ha il sapore amaro di una “concertazione unilaterale”. Secondo Bonanni, l'accordo tra Fiat e sindacati è il non plus ultra delle relazioni sindacali in Italia: ha previsto un aumento della flessibilità del lavoro e dello sfruttamento degli impianti dello stabilimento campano a fronte di un impegno su investimenti e occupazione. E’ per questo, tacendo su tutte le altre virtù tipo l’attacco al diritto di sciopero, la scomparsa della pausa mensa e del godimento della malattia, nonché della modifica delle procedure sul licenziamento, ha spiegato il segretario generale della Cisl in una intervista al "Sole24ore", può essere considerato un «modello» da utilizzare in altri casi. 
A Pomigliano continua Bonanni «la maggiore produttività porterà agli operai 4.000 euro lordi in più annui per effetto dei notturni» mentre altri 6-700 euro al mese possono arrivare se si lavora su 18 turni (con il sabato lavorativo, ndr). Bonanni, che nell'intervista ha anche ribadito la richiesta al Governo di detassare il premio di risultato «sul modello di quanto annunciato da Sacconi per Pomigliano», sa benissimo che il punto non è la busta paga. La Fiom si è sempre detta disponibile a trattare sull’organizzazione del lavoro. Il punto è l’attacco ai diritti dei lavoratori.
Bonanni si sta giocando tutto su questo attacco ai diritti dei lavoratori. Ed infatti torna a sottolineare che per poter rendere più appetibile l’accordo, attraverso la detassazione, è pronto «a firmare un avviso comune con le imprese per indicare le soluzioni possibili alla classe politica che purtroppo si occupa d'altro». Quindi, il ragionamento è più o meno questo: la Stato finanzia gli aumenti in busta paga, i lavoratori se li sudano fino allo sfiancamento, le imprese incassano non solo gli incentivi ma anche la scomparsa di fatto del sindacato rivendicativo. E questo non accadrà solo alla Fiat, dove ormai il mercato sta segnando molte quote di produzione, ma in tutti i settori dell’economia italiana. Bisogna fare presto, ovviamente. Prima che dalle urne delle elezioni politiche prossime venture esca una sonora sconfitta a questo disegno così sfacciatamente padronale. 

di Fabio Sebastiani per controlacrisi.org 


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