Riconosciuto l’accesso all’acqua come diritto umano universale
Milano, 29 luglio 2010 - Dopo alcuni anni di richieste alle Nazioni Unite e di proposte andate a vuoto avanzate dai Movimenti per l’acqua, attraverso i Forum Mondiali alternativi, per ottenere il riconoscimento del “diritto umano all’acqua”, finalmente una prima proposta è stata accolta ieri con 122 voti a favore e nessun contrario, dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
“Il risultato politico raggiunto è molto importante – dichiara Rosario Lembo Presidente del Comitato Italiano Contratto Mondiale sull’acqua – e segna una inversione di tendenza. Dopo tanti tentativi per ottenere il riconoscimento da parte della comunità internazionale di questo diritto ancora oggi negato, le Nazioni Unite si sono convinte della necessità di ascoltare le richieste provenienti dalla società civile e dai governi dei paesi più poveri ed hanno abbandonato l’approccio adottato nella conferenza di Johannesburg di delegare alle imprese la “mission” di garantire l’accesso all’acqua ”.
E’ opportuno rilevare che nonostante l’accettazione della proposta fatta dal governo Boliviano la dichiarazione approvata ieri dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite si limita a formalizzare in termini di principio il diritto senza precisare un quantitativo minimo di accesso (50 litri) e soprattutto le modalità con cui si intende garantire a livello internazionale questo diritto.
“Le proposte contenute nel Manifesto per un Contratto Mondiale sull’acqua, redatto nel 1998, ed avanzate dai vari Movimenti, di formalizzare un diritto minimo vitale per tutti, di costituire una autorità mondiale per l’acqua associata ad un impegno sulle modalità finanziarie con cui la Comunità internazionale intende dare risposte al mancato accesso per più di 1,2 miliardi di persone non è stato affrontato, sottolinea Rosario Lembo.
L’augurio del Contratto Mondiale dell’Acqua e di quanti in questi anni si sono battuti per questo pronunciamento da parte delle Nazioni Unite, è quello che questa importante inversione di tendenza delle Nazioni Unite sia un primo segnale a riprendere il controllo delle questioni sui diritti umani in sede ONU. E’ necessario che questo riconoscimento si concretizzi in successivi atti attraverso precise proposte a carico degli Stati e della Comunità internazionale che si spera siano contenute anche nel rapporto che l’esperta indipendente delle Nazioni Unite - Catarina de Albuquerque - si appresta a consegnare all’Assemblea delle Nazioni Unite. La risoluzione approvata, conclude Rosario Lembo, rende incompatibile la gestione dell'acqua per scopi di profitto come avviene con le multinazionale e con il partenariato pubblico-privato. Il diritto all’acqua dovrà essere pertanto riconosciuto anche nel prossimo Forum di Marsiglia del 2012 smascherando le imprese multinazionali, che si propongono come gli attori più efficienti per
garantire il diritto all’acqua per tutti entro il 2015.
“Il risultato politico raggiunto è molto importante – dichiara Rosario Lembo Presidente del Comitato Italiano Contratto Mondiale sull’acqua – e segna una inversione di tendenza. Dopo tanti tentativi per ottenere il riconoscimento da parte della comunità internazionale di questo diritto ancora oggi negato, le Nazioni Unite si sono convinte della necessità di ascoltare le richieste provenienti dalla società civile e dai governi dei paesi più poveri ed hanno abbandonato l’approccio adottato nella conferenza di Johannesburg di delegare alle imprese la “mission” di garantire l’accesso all’acqua ”.
E’ opportuno rilevare che nonostante l’accettazione della proposta fatta dal governo Boliviano la dichiarazione approvata ieri dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite si limita a formalizzare in termini di principio il diritto senza precisare un quantitativo minimo di accesso (50 litri) e soprattutto le modalità con cui si intende garantire a livello internazionale questo diritto.
“Le proposte contenute nel Manifesto per un Contratto Mondiale sull’acqua, redatto nel 1998, ed avanzate dai vari Movimenti, di formalizzare un diritto minimo vitale per tutti, di costituire una autorità mondiale per l’acqua associata ad un impegno sulle modalità finanziarie con cui la Comunità internazionale intende dare risposte al mancato accesso per più di 1,2 miliardi di persone non è stato affrontato, sottolinea Rosario Lembo.
L’augurio del Contratto Mondiale dell’Acqua e di quanti in questi anni si sono battuti per questo pronunciamento da parte delle Nazioni Unite, è quello che questa importante inversione di tendenza delle Nazioni Unite sia un primo segnale a riprendere il controllo delle questioni sui diritti umani in sede ONU. E’ necessario che questo riconoscimento si concretizzi in successivi atti attraverso precise proposte a carico degli Stati e della Comunità internazionale che si spera siano contenute anche nel rapporto che l’esperta indipendente delle Nazioni Unite - Catarina de Albuquerque - si appresta a consegnare all’Assemblea delle Nazioni Unite. La risoluzione approvata, conclude Rosario Lembo, rende incompatibile la gestione dell'acqua per scopi di profitto come avviene con le multinazionale e con il partenariato pubblico-privato. Il diritto all’acqua dovrà essere pertanto riconosciuto anche nel prossimo Forum di Marsiglia del 2012 smascherando le imprese multinazionali, che si propongono come gli attori più efficienti per
garantire il diritto all’acqua per tutti entro il 2015.
Per informazioni
Comitato Italiano Contratto Mondiale sull’Acqua Onlus
ubc@contrattoacqua.it, Tel 02 4079213
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