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15.7.10

GRAZIE AL GOVERNO DEL FARE E DELL'ECONOMIA IN MOVIMENTO: I POVERI NON AUMENTANO, SONO 8 MILIONI, MA STANNO PEGGIO

I nuclei familiari in condizioni di povertà relativa In Italia sono 2 milioni 657 mila e rappresentano il 10,8% delle famiglie residenti. Di queste sono un milione e 162 mila le famiglie in condizioni di povertà assoluta, pari al 4,7% del totale. Tenuto conto dell'errore campionario, la povertà risulta stabile rispetto al 2008.

Ma chi è povero sta peggio
Nel 2009, il Mezzogiorno conferma gli elevati livelli di incidenza della povertà raggiunti nel 2008 (22,7% per la relativa, 7,7% per l'assoluta) e mostra un aumento del valore dell'intensità della povertà assoluta (dal 17,3% al 18,8%), dovuto al fatto
che il numero di famiglie assolutamente povere è rimasto pressoche' identico, ma le loro condizioni medie sono peggiorate.
Nel 2009, la linea di povertà relativa è risultata pari a 983,01 euro ed e' di circa 17 euro inferiore a quella del 2008. Nel 2009, infatti, la spesa per consumi ha mostrato una flessione in termini reali, particolarmente evidente tra le famiglie con livelli di spesa medio-alti.

I luoghi della depressione
Nel Nord la situazione non è significativamente mutata rispetto al 2008, mentre nel Centro l'incidenza di povertà relativa aumenta tra le famiglie con a capo un operaio (dal 7,9% all'11,3%), costituite per i due terzi da coppie con figli. Tra esse diminuisce la percentuale di famiglie con più di un occupato, a conferma del fatto che, nel 2009, i giovani che hanno perso il lavoro appartenevano in maniera superiore alla media a famiglie con persona di riferimento operaia. Il Mezzogiorno, infine, dopo l'aumento osservato tra il 2007 e il 2008, non presenta variazioni significative, confermando un valore quattro volte superiore a quello rilevato nel resto del Paese.
 
In sintesi, il fenomeno della povertà relativa continua a essere maggiormente diffuso nel Mezzogiorno, tra le famiglie piu' ampie, in particolare con tre o piu' figli, soprattutto se minorenni. E' fortemente associato a bassi livelli di istruzione, a bassi profili professionali e all'esclusione dal mercato del lavoro: l'incidenza di poverta' tra le famiglie con due o piu' componenti in cerca di occupazione (37,8%) è di
quattro volte superiore a quella delle famiglie dove nessun componente è alla ricerca di lavoro (9%).

Operai più poveri
L'incidenza di povertà assoluta aumenta, tra il 2008 e il 2009, per le famiglie con persona di riferimento operaia, (dal 5,9% al 6,9%), mentre l'incidenza di povertà relativa, per tali famiglie, aumenta solo nel Centro (dal 7,9% all'11,3%). L'incidenza diminuisce, invece, a livello nazionale, tra le famiglie con a capo un lavoratore in proprio (dall'11,2% all'8,7% per la povertà relativa, dal 4,5% al 3,0% per l'assoluta), più concentrate al Nord rispetto al 2008.

Chi ha pagato la crisi
Nel 2009 l'80% del calo dell'occupazione ha colpito i giovani, in particolare quelli che vivono nella famiglia di origine, mentre due ammortizzatori sociali fondamentali hanno mitigato gli effetti della crisi sulle famiglie: la famiglia, che ha protetto i giovani che avevano perso l'occupazione e la cassa integrazione guadagni, che ha protetto i genitori dalla perdita del lavoro (essendo i genitori maggioritari tra i cassaintegrati).
 

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