"Cesare", come riferiscono i Carabinieri, sarebbe il nome dato a Silvio Berlusconi dal dimissionario Cosentino e da Lombardi nelle loro telefonate che fanno parte dell'inchiesta sulla cosiddetta "P3". E Cesare, oggi, è sempre più preoccupato dai tradimenti dei vari Bruto.
Il Premier difende Cosentino e Denis Verdini, anche se ha tutta l'aria di essere una difesa d'ufficio, e si prepara ad attaccare Fini (il Bruto dei Bruti), tant'è che molti credono che la nota di Cosentino nella quale dice che Fini "pensa solo al potere" sia stata suggerita da Berlusconi stesso. Ma, scrive Massimo Franco sul Corsera, il fatto che Berlusconi, in un "ghe pensi mi" 2, voglia passare agosto a riorganizzare il Pdl, "è la controprova indiretta di una situazione sfuggita di mano. Senza una reazione a questa deriva, il governo è destinato a galleggiare fra gli avvisi di garanzia, con l’acqua sempre più alla gola".
Nel frattempo, c'è un tiro alla fune tra chi vuole salvare il governo e chi farlo cadere. Pierferdi Casini rilancia l'idea del governo di larghe intese con Berlusconi premier perché ha vinto le elezioni. La Lega non ci sta e il suo capogruppo al Senato Bricolo dice: "La politica dei salotti e le maggioranze che cambiano a tavolino è finita da un pezzo e per quanto ci riguarda non ricomincerà per la volontà di Casini". In casa dei finiani, invece, Italo Bocchino apre all'Udc. Il Pd, per bocca di Bersani e di Anna Finocchiaro, chiarisce di non voler governare con chi ha portato l'Italia a questo punto. E Baffino D'Alema torna alla carica parlando della necessità di un governo di transizione. Tonino Di Pietro al solito è più "tranchant": chiede l'arresto di Cosentino e parla di "mercato delle vacche", accusando governo e Casini di essere in piena campagna acquisti.
Nel frattempo, c'è un tiro alla fune tra chi vuole salvare il governo e chi farlo cadere. Pierferdi Casini rilancia l'idea del governo di larghe intese con Berlusconi premier perché ha vinto le elezioni. La Lega non ci sta e il suo capogruppo al Senato Bricolo dice: "La politica dei salotti e le maggioranze che cambiano a tavolino è finita da un pezzo e per quanto ci riguarda non ricomincerà per la volontà di Casini". In casa dei finiani, invece, Italo Bocchino apre all'Udc. Il Pd, per bocca di Bersani e di Anna Finocchiaro, chiarisce di non voler governare con chi ha portato l'Italia a questo punto. E Baffino D'Alema torna alla carica parlando della necessità di un governo di transizione. Tonino Di Pietro al solito è più "tranchant": chiede l'arresto di Cosentino e parla di "mercato delle vacche", accusando governo e Casini di essere in piena campagna acquisti.
"Cesare" si sente in trappola, sperando di non prendere troppe coltellate. Anche il ministro della salute Fazio, nel corso di Un giorno da pecora di Claudio Sabelli Fioretti, stigmatizza il desiderio di Berlusconi e Don Verzè dell'elisir di lunga vita e dice: "Arrivare a 120 anni non è un traguardo raggiungibile. La vita media dell'uomo si è allungata. Ma una cosa è la durata, un'altra la qualità. Importante è vivere bene, non vivere molto". Cesare è avvisato.
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