Il 26 gennaio 2010 a seguito dell’operazione di switch degli sportelli, è nata la “nuova” BPCI.
A distanza di poco più di quattro mesi, però, lo scenario che abbiamo davanti è a dir poco sconfortante:
l’Azienda ha dichiarato quasi 300 esuberi;
le filiali hanno una cronica mancanza di personale e non riescono a garantire una corretta operatività sia nell’area amministrativa che in quella commerciale. Queste carenze di organico determinano il continuo e improprio ricorso allo strumento dello straordinario e la non fruizione di ferie già approvate.
le pressioni commerciali sui lavoratori sono insopportabili e spesso accompagnate da minacce neppur tanto velate;
i colloqui con i colleghi cui è stato “proposto” ma di fatto imposto il distacco presso il contact center o altre realtà hanno in alcuni casi evidenziato comportamenti assai poco rispettosi della dignità delle persone e metodi deontologicamente scorretti da parte di alcuni rappresentanti aziendali, i quali hanno prospettato gravi conseguenze in caso di rifiuto;
si continuano a registrare difficoltà anche nelle relazioni sindacali.
In una situazione come questa, nella apparente assenza di alcuna strategia e con la convinzione da parte della Banca che i dipendenti non siano la risorsa fondamentale su cui continuare ad investire ma siano da considerare come dei puri costi da tagliare, quale futuro può avere questa Banca?
Cominciamo a temere che non ci sia interesse alcuno a costruire davvero una nuova realtà con un personale attivo, motivato e professionalmente preparato con una politica di attenzione verso i territori di riferimento e con una strategia di lungo periodo.
Se così fosse, non saremo disposti a tollerare un percorso di progressivo deterioramento delle condizioni di vita e di lavoro e ci comporteremo di conseguenza per far sentire forte ai vertici e al management la nostra voce.
A distanza di poco più di quattro mesi, però, lo scenario che abbiamo davanti è a dir poco sconfortante:
l’Azienda ha dichiarato quasi 300 esuberi;
le filiali hanno una cronica mancanza di personale e non riescono a garantire una corretta operatività sia nell’area amministrativa che in quella commerciale. Queste carenze di organico determinano il continuo e improprio ricorso allo strumento dello straordinario e la non fruizione di ferie già approvate.
le pressioni commerciali sui lavoratori sono insopportabili e spesso accompagnate da minacce neppur tanto velate;
i colloqui con i colleghi cui è stato “proposto” ma di fatto imposto il distacco presso il contact center o altre realtà hanno in alcuni casi evidenziato comportamenti assai poco rispettosi della dignità delle persone e metodi deontologicamente scorretti da parte di alcuni rappresentanti aziendali, i quali hanno prospettato gravi conseguenze in caso di rifiuto;
si continuano a registrare difficoltà anche nelle relazioni sindacali.
In una situazione come questa, nella apparente assenza di alcuna strategia e con la convinzione da parte della Banca che i dipendenti non siano la risorsa fondamentale su cui continuare ad investire ma siano da considerare come dei puri costi da tagliare, quale futuro può avere questa Banca?
Cominciamo a temere che non ci sia interesse alcuno a costruire davvero una nuova realtà con un personale attivo, motivato e professionalmente preparato con una politica di attenzione verso i territori di riferimento e con una strategia di lungo periodo.
Se così fosse, non saremo disposti a tollerare un percorso di progressivo deterioramento delle condizioni di vita e di lavoro e ci comporteremo di conseguenza per far sentire forte ai vertici e al management la nostra voce.
Milano, 15 giugno 2010
Rappresentanze Sindacali Aziendali
DIRCREDITO - FABI – FIBA Cisl – FISAC Cgil - UILCA
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