Si aspettavano tanto, i Padroni, piazza piena e titoli pronti contro la FIOM. Li aspettavano così tanto che un Borghezio antioperaio addirittura si permetteva di dire alla Fiom che era ferma alla rivoluzione di ottobre. Tutto era pronto su Pomigliano. Invece non è andata bene per Marchionne, né per i capireparto che chiamavano gli operai minacciandoli di rappresaglia. Non è andata nemmeno bene per Bonanni e Angeletti che avevano mobilitato le truppe assieme all'UGL. Non è andata bene nemmeno al sindaco di Pomigliano che si aspettava il trionfo di piazza insieme al PDL che oggi prendeva le firme a favore del SI. Erano pochi gli operai in piazza, quelli che c'erano avevano portato le famiglie, qualche quadro intermedio e un po di rinforzi, ma nulla di più. Chi c'era si sarà sentito male, soprattutto quando il piccolo corteo ha dovuto passare sotto lo striscione dei COBAS che li accusava di essere servi del padrone. Qualcuno non se l'è sentita, dicono le agenzie, e dopo lo striscione ha lasciato il corteo. Quando il piccolo corteo è arrivato nel centro della città si è sciolto per la pioggia battente. Il 22 arriverà il primo referndum anticostituzionale riconosciuto pure dalla forza maggiore del centro sinistra che sbandando ha portato fuoristrada anche la CGIL. Poi ci sarà il 25 giugno, e li le piazze si riempiranno abbracciando la FIOM e questa volta non sarà il concerto del primo maggio.
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