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Consulta l'archivio segreto di monsignor Dardozzi in esclusiva online nella rubrica curata dall'autore Gianluigi Nuzzi
“Si ha la sensazione netta che ci si trovi di fronte, tutti, a un potenziale esplosivo inaudito, che deve essere doverosamente portato a conoscenza delle più alte autorità.”
Lettera riservata di Angelo Caloia, presidente del Consiglio di sovrintendenza dello Ior, al segretario di Stato, cardinale Angelo Sodano.
Spericolate operazioni finanziarie mascherate da opere di carità e fondazioni di beneficenza. La storia raccontata in questo libro è totalmente inedita. Parte da un archivio immenso, custodito in Svizzera e da oggi accessibile a tutti. Circa quattromila documenti. Lettere, relazioni riservate, bilanci, verbali, bonifici. La finanza del Vaticano come non è stata mai raccontata.
Tutto grazie all’archivio di monsignor Renato Dardozzi (1922-2003), tra le figure più importanti nella gestione dello Ior fino alla fine degli anni Novanta. Sembrava una storia conclusa con gli scandali degli anni Ottanta. Con Marcinkus, Sindona e Calvi. Invece tutto ritorna. Dopo la fuoriuscita di Marcinkus dalla Banca del Papa, parte un nuovo e sofisticatissimo sistema di conti cifrati nei quali transitano centinaia di miliardi di lire. L’artefice è monsignor Donato de Bonis. Conti intestati a banchieri, imprenditori, immobiliaristi, politici tuttora di primo piano, compreso Omissis, nome in codice che sta per Giulio Andreotti.
I soldi di Tangentopoli (la maxitangente Enimont) sono passati dalla Banca vaticana: titoli di Stato scambiati per riciclare denaro sporco. Depositi che raccolgono i soldi lasciati dai fedeli per le Sante messe trasferiti in conti personali, con le più abili alchimie finanziarie.
Lo Ior ha funzionato come una banca nella banca. Una vera e propria “lavanderia” nel centro di Roma, utilizzata anche dalla mafia e per spregiudicate avventure politiche. Un paradiso fiscale che non risponde ad alcuna legislazione diversa da quella dello Stato del Vaticano. Tutto in nome di Dio.
Gianluigi Nuzzi è inviato di “Panorama”. Già collaboratore del “Corriere della Sera” e giornalista de “Il Giornale”, dal 1994 segue le principali inchieste giudiziarie con implicazioni politiche e finanziarie del nostro Paese. Nella primavera del 2008 ha avuto per la prima volta accesso all’archivio segreto di monsignor Dardozzi.
Lettera riservata di Angelo Caloia, presidente del Consiglio di sovrintendenza dello Ior, al segretario di Stato, cardinale Angelo Sodano.
Spericolate operazioni finanziarie mascherate da opere di carità e fondazioni di beneficenza. La storia raccontata in questo libro è totalmente inedita. Parte da un archivio immenso, custodito in Svizzera e da oggi accessibile a tutti. Circa quattromila documenti. Lettere, relazioni riservate, bilanci, verbali, bonifici. La finanza del Vaticano come non è stata mai raccontata.
Tutto grazie all’archivio di monsignor Renato Dardozzi (1922-2003), tra le figure più importanti nella gestione dello Ior fino alla fine degli anni Novanta. Sembrava una storia conclusa con gli scandali degli anni Ottanta. Con Marcinkus, Sindona e Calvi. Invece tutto ritorna. Dopo la fuoriuscita di Marcinkus dalla Banca del Papa, parte un nuovo e sofisticatissimo sistema di conti cifrati nei quali transitano centinaia di miliardi di lire. L’artefice è monsignor Donato de Bonis. Conti intestati a banchieri, imprenditori, immobiliaristi, politici tuttora di primo piano, compreso Omissis, nome in codice che sta per Giulio Andreotti.
I soldi di Tangentopoli (la maxitangente Enimont) sono passati dalla Banca vaticana: titoli di Stato scambiati per riciclare denaro sporco. Depositi che raccolgono i soldi lasciati dai fedeli per le Sante messe trasferiti in conti personali, con le più abili alchimie finanziarie.
Lo Ior ha funzionato come una banca nella banca. Una vera e propria “lavanderia” nel centro di Roma, utilizzata anche dalla mafia e per spregiudicate avventure politiche. Un paradiso fiscale che non risponde ad alcuna legislazione diversa da quella dello Stato del Vaticano. Tutto in nome di Dio.
Gianluigi Nuzzi è inviato di “Panorama”. Già collaboratore del “Corriere della Sera” e giornalista de “Il Giornale”, dal 1994 segue le principali inchieste giudiziarie con implicazioni politiche e finanziarie del nostro Paese. Nella primavera del 2008 ha avuto per la prima volta accesso all’archivio segreto di monsignor Dardozzi.
...a pagina 111
“Le firme autorizzate sono due: de Bonis Donato e Andreotti Giulio.”
Dal documento bancario che rivela tra le firme autorizzate del conto Fondazione Spellman quella di Andreotti.
...alle pagine 92-95
“Stanno per chiudere la morsa. Fonti amiche della Guardia di finanza mi hanno allertato.”
Angelo Caloia, presidente dello Ior, è informato in tempo reale sull’attività dei magistrati durante l’inchiesta Mani pulite.
...a pagina 244
“L’operazione Sofia, vale a dire il tentativo di creare il Grande Centro che avrebbe preso il potere.”
Testimonianza di Giancarlo Capaldo, procuratore aggiunto di Roma, coordinatore dell’inchiesta sul golpe bianco-porpora.
...a pagina 259
“Le transazioni a favore di mio padre passavano tutte tramite i conti e le cassette dello Ior.”
Massimo Ciancimino, figlio dell’ex sindaco di Palermo Vito. Il padre è stato condannato per concorso esterno in associazione mafiosa.
“Le firme autorizzate sono due: de Bonis Donato e Andreotti Giulio.”
Dal documento bancario che rivela tra le firme autorizzate del conto Fondazione Spellman quella di Andreotti.
...alle pagine 92-95
“Stanno per chiudere la morsa. Fonti amiche della Guardia di finanza mi hanno allertato.”
Angelo Caloia, presidente dello Ior, è informato in tempo reale sull’attività dei magistrati durante l’inchiesta Mani pulite.
...a pagina 244
“L’operazione Sofia, vale a dire il tentativo di creare il Grande Centro che avrebbe preso il potere.”
Testimonianza di Giancarlo Capaldo, procuratore aggiunto di Roma, coordinatore dell’inchiesta sul golpe bianco-porpora.
...a pagina 259
“Le transazioni a favore di mio padre passavano tutte tramite i conti e le cassette dello Ior.”
Massimo Ciancimino, figlio dell’ex sindaco di Palermo Vito. Il padre è stato condannato per concorso esterno in associazione mafiosa.
per saperne di più
Luciana P. Pellegreffi
Translation services
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