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20.6.10

LETTERA DEI LAVORATORI FIAT POLACCHI AI COLLEGHI DI POMIGLIANO

La lettera di un gruppo di lavoratori della fabbrica di Tychy, in Polonia, ai colleghi di Pomigliano che stanno per votare se accettare o meno le condizioni della FIAT per riportare la produzione della Panda in Italia

(Questa lettera è stata scritta il 13 giugno, alla vigilia del referendum a Pomigliano d'Arco in cui i lavoratori sono chiamati a esprimersi sulle loro condizioni di lavoro. La FIAT ha accettato di investire su questa fabbrica per la produzione della Panda che al momento viene prodotta a Tychy in Polonia. I padroni chiedono ai lavoratori di lavorare di sabato, di fare tre

turni al giorno invece di due e di tagliare le ferie. Tre sindacati su quattro hanno accettato queste condizioni, la FIOM resiste)

“La FIAT gioca molto sporco coi lavoratori. Quando trasferirono la produzione qui in Polonia ci dissero che se avessimo lavorato durissimo e superato tutti i limiti di produzione avremmo mantenuto il nostro posto di lavoro e ne avrebbero creati degli alti. E a Tychy lo abbiamo fatto. La fabbrica oggi è la più grande e produttiva d'Europa e non sono ammesse rimostranze all'amministrazione (fatta eccezione per quando i sindacati chiedono qualche bonus per i lavoratori più produttivi, o contrattano i turni del weekend)


A un certo punto verso la fine dell'anno scorso è iniziata a girare la voce che la FIAT aveva intenzione di spostare la produzione di nuovo in Italia.

Da quel momento su Tychy è calato il terrore. Fiat Polonia pensa di poter fare di noi quello che vuole. L'anno scorso per esempio ha pagato solo il 40% dei bonus, benché noi avessimo superato ogni record di produzione.

Loro pensano che la gente non lotterà per la paura di perdere il lavoro. Ma noi siamo davvero arrabbiati. Il terzo "Giorno di Protesta" dei lavoratori di Tychy in programma per il 17 giugno non sarà educato come l'anno scorso.

Che cosa abbiamo ormai da perdere?

Adesso stanno chiedendo ai lavoratori italiani di accettare condizioni peggiori, come fanno ogni volta. A chi lavora per loro fanno capire che se non accettano di lavorare come schiavi qualcun altro è disposto a farlo al posto loro. Danno per scontate le schiene spezzate dei nostri colleghi italiani, proprio come facevano con le nostre.


In questi giorni noi abbiamo sperato che i sindacati in Italia lottassero.

Non per mantenere noi il nostro lavoro a Tychy, ma per mostrare alla FIAT che ci sono lavoratori disposti a resistere alle loro condizioni. I nostri sindacati, i nostri lavoratori, sono stati deboli. Avevamo la sensazione di non essere in condizione di lottare, di essere troppo poveri. Abbiamo implorato per ogni posto di lavoro. Abbiamo lasciato soli i lavoratori italiani prendendoci i loro posti di lavoro, e adesso ci troviamo nella loro stessa situazione.

E' chiaro però che tutto questo non può durare a lungo. Non possiamo continuare a contenderci tra di noi i posti di lavoro. Dobbiamo unirci e lottare per i nostri interessi internazionalmente.

Per noi non c'è altro da fare a Tychy che smettere di inginocchiarci e iniziare a combattere. Noi chiediamo ai nostri colleghi di resistere e sabotare l'azienda che ci ha dissanguati per anni e ora ci sputa addosso.

Lavoratori, è ora di cambiare”.


(Originale <http://libcom.org/news/letter-fiat-14062010>
http://libcom.org/news/letter-fiat-14062010)
Letter to FIAT
Submitted by akai on Jun 14 2010 10:56
The following is a letter sent from an underground group of workers in Fiat Poland in Tychy.
It was written on June 13, on the eve of a referendum in Pomigliano d’Arco near Naples. The workers there are being asked to decide about their work conditions. Fiat agreed to invest money in this plant for production of the Panda, which is currently produced in Tychy, Poland. But the bosses would like people to agree to work on Saturday, to increase the number of daily shifts from 2 to 3 and cut down on breaks. Three of the four trade unions in Fiat's Pomigliano d'Arco plant have agreed to these conditions. Those three unions have agreed to let their members vote in a referendum which will ask whether the veto of the fourth trade union should be rejected or not.
LETTER FROM FIAT WORKERS
Fiat is playing games with the workers. First, it moves production to Poland and tells its employees that they must work hard, be flexible and exceed all production norms to keep their jobs. All is done very well in Tychy - there can be no complaint of the management (... except when unions ask for raises or bonuses for their very productive workers or question work on the weekend.) Tychy plant is Fiat's biggest and most efficient in Europe.
At the end of last year, we began to hear rumors that now Fiat wants to move jobs to Italy again and since that time there is some fear in Tychy plant. Fiat Polska thinks now it can do as it likes with us. They gave bonuses only 40% of last year, despite the fact that we broke all records in production.
They think people won't fight because they are afraid they will be the ones to lose jobs. But we are angry. Third "Day of Protest' of workers in Tychy scheduled for June 17 will not be as polite as the last. What do we have to lose now?
Workers in Italy are being asked to accept worse conditions. All the time, Fiat shows workers that if they don't agree, they will lose jobs. If they don't work like slaves, somebody else will. We know that the hard work of our Italian colleagues is taken for granted by Fiat, just like our work was.
We hoped that Fiat unions in Italy would fight. Not so we may keep our jobs in Tychy, but to show resistance to such work conditions. Our unions, our workers, have been weak. We felt we were not in a position to fight, that we were poor, begging Fiat for any job. We let down Italian workers, whose jobs we got. Now the same is happening to us.
It is clear that this is a no-win situation for any worker. We cannot go on like this any longer, competing against each other for jobs. We need to unite and fight for our interests internationally.
For us, there is nothing left to do in Tychy but go down fighting instead of on our knees. We will encourage our colleagues to acts of resistance and sabotage against the company which sucked us dry for years and now spits us out.
Workers, it is time for change!
Tychy, June 13, 2010
Some more on the situation in Tychy:
http://pracownik.net.pl/situation_with_panda_production_at_fiat_tychy

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