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7.1.12

COSTO ALLA FONTE IL PRODOTTO PETROLIFERO - BENZINA E GASOLIO noi paghiamo il 55% di TASSE


Oggi parliamo di un prodotto tanto caro agli italiani ma ancor più prezioso per lo Stato italiano, parleremo anche di tutte quelle voci che concorrono a formare l’attuale prezzo dela verde alla pompa.
Dalla materia prima al prodotto finale: come si forma il prezzo della benzina? Domanda più che giusta e a cui ora proviamo a dare una spiegazione dettagliata soffermandoci sulle varie voci che compongono il prezzo finale della verde, cercando di capire come mai sia così elevato rispetto a quanto costa effettivamente la materia prima.
Iniziamo con lo specificare che la benzina è un prodotto distillato del petrolio greggio ad una temperatura che varia fra i 30 ed i 210 °C. E’ interessante il fatto che da un litro di petrolio, dopo la prima semplice distillazione, solamente il 10% diventi poi benzina.
Le voci che concorrono a comporre il prezzo della benzina sono essenzialmente tre:

- Il Platts, cioé il prezzo internazionale del carburante: è il luogo in cui si incontrano domanda ed offerta e mette in mostra il costo della materia prima. Vale circa il 35% del totale.
- Il margine lordo dell’industria petrolifera: vale circa il 10% del totale.
- La tassazione, comprendente Iva ed accise: vale circa il 55% del totale.
Partendo da queste proporzioni proviamo a vedere come si forma il prezzo medio della benzina e come arriviamo al prezzo che prenderemo in esame che è quello attualmente sul mercato, cioè euro 1,640/litro.
- il Platts ammonta a 0,861 euro;
- il margine lordo ammonta a
0,164 euro;
- la tassazione (Iva più accise) arriva a
0,902 euro.
Per maggior chiarezza, per dimostrare come alcune volte i prezzi abbiano poi valori non sconosciuti e non spiegabili, riporto un dato del 28 febbraio scorso chiaramente con la benzina che allora aveva un valore euro 1,50,
Nomisma Energia, nel suo studio settimanale, ha evidenziato una difformità tra il prezzo ottimale alla pompa e quello effettivo.
a) Il primo è stato infatti stabilito in 1,4943 euro/litro ed era composto da:
- Platts: 0,5308 euro/litro
- Margine medio lordo: 0,1505 euro/litro
- Accise: 0,5640 euro/litro
- Iva (20%): 0,2490 euro/litro
b) A dispetto di quello ottimale, il prezzo effettivo alla pompa di servizio, rilevato dal Ministero per
lo Sviluppo Economico, era di 1,5080 euro/litro e quindi maggiore.
A questo proposito a spiegarci il costo industriale della materia prima è proprio il Presidente di Nomisma Energia,
Davide Tabarelli, che spiega quali sono i costi che concorrono alla formazione del prezzo del greggio:
- Costo industriale di estrazione: 3 dollari al barile;
- Costo per il trasporto verso la raffineria: 2 dollari al barile;
- Realizzazione dei diversi derivati del barile: 3 dollari al barile.
- Da qui il raggiungimento di un totale di 8 dollari al barile: trasformando il risultato in Platts, significa un prezzo di
3 centesimi al litro.
Appare evidente che il prezzo del carburante sui mercati internazionali è decisamente diverso dal risultato evidenziato dall’analisi appena condotta.
- Ciò accade perché entra in gioco la rendita pagata ai paesi produttori, e continua infatti Tabarelli: «Nel Platts la parte più rilevante della quotazione è costituita dalla rendita pagata ai paesi produttori: il margine incassato dagli stati che possiedono pozzi petroliferi».
- Sottolinea, infine, Tabarelli: «nella differenza tra il Platts calcolato sui costi industriali e quello reale c’è anche laremunerazione dell’attività mineraria delle compagnie petrolifere, che può valere tra i 3-4 centesimi al litro».
Arriviamo ora a pèarlare delle famose accise che compongono il prezzo finale alla pompa distributrice sulla rete italiana ed elenchiamolevoce per voce:
Sul territorio italiano le accise più conosciute sono quelle che gravano sull’acquisto dei carburanti; queste risultano essere anche le più discusse poiché annoverano imposte per il finanziamento di guerre e crisi risalenti ad oltre mezzo secolo fa. Il problema tuttavia è che, una volta estinte le ragioni che avevano condotto all’introduzione di tali tasse, queste sono diventate comunque ordinarie per l’erario.
Esempi di accise che gravano sull’acquisto di carburanti sono le seguenti:
- 1,90 lire per il finanziamento della guerra di Etiopia del 1935.
- 14 lire per il finanziamento della crisi di Suez del 1956.
- 10 lire per il finanziamento del disastro del Vajont del 1963.
- 10 lire per il finanziamento dell’alluvione di Firenze del 1966.
- 10 lire per il finanziamento del terremoto del Belice del 1968.
- 99 lire per il finanziamento del terremoto del Friuli del 1976.
- 75 lire per il finanziamento del terremoto dell’Irpinia del 1980.
- 205 lire per il finanziamento della guerra del Libano del 1983.
- 22 lire per il finanziamento della missione UNMIBH in Bosnia Erzegovina del 1996.
- 0,020 euro per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004.
Il controvalore dell’elenco di accise precedente è di
0,25 euro; dati aggiornati al 1 gennaio 2011 ci dicono che l’accisa per la benzina è pari a 0,564 euro/litro, mentre per il gasolio è di 0,423 euro/litro. Questi valori concorrono a formare il prezzo finale su cui viene poi calcolata l’Iva del 20%.
– Se facciamo riferimento ad un prezzo della benzina di 1,640 euro/litro, la sua composizione è la seguente:
- Accisa (dato fisso):
0,564 euro/litro.
- Iva (il 20% del prezzo finale pari a 1,640 euro/litro):
0,388 euro/litro.
- Prezzo Industriale (dato dalla differenza tra il prezzo finale, l’accisa e l’Iva):
0,952 euro/litro.
Ma non è finita quà, infatti il nostro governo a sempre aggiunto nuove tasse sulla benzina per far cassa ed infatti è entrata in vigore ad inizio aprile una nuova accisa di
0,0073 euro/litro fino al 30 giugno 2011. La “buona” notizia (se per buona volgiamo considerare una tassa che doveva essere a tempo determinato ma che poi, come sempre avviene diventa fissa) è che, una volta passato il 2011, l’accisa sulla cultura sarà sempre presente, tuttavia diminuirà. Vediamo l’andamento:
- Dal 1 luglio 2011 al 31 dicembre 2011 il valore di questa tassa passa a 0,0092 euro/litro.
- Dal 1 gennaio 2012 al 31 dicembre 2013 l’accisa tornerà a 0,0076 euro/litro.
- Dal 1 gennaio 2014 l’accisa si manterrà fissa a 0,0055 euro/litro.
Tuttavia a gravare sulle tasche degli italiani c’è l’ultima new entry, l’accisa necessaria per fronteggiare l’emergenza immigrati.
- La decisione dell’Agenzia delle Dogane, come spiega Staffetta Quotidiana è necessaria per “fronteggiare lo stato di emergenza umanitaria nel territorio nazionale determinato dall’eccezionale afflusso di cittadini appartenenti a Paesi del Nord Africa”.
- Ciò che fa discutere è l’importo previsto per questa accisa: ben 4 centesimi di euro che, su un costo della benzina di 1,64 euro al litro, rappresenta il 3% di aumento fisso.
Come facilmente prevedibile non si è lasciata attendere la risposta di Federconsumatori ed Adusbef, che in una nota congiunta hanno manifestato il proprio dissenso, peccato solo che, come sempre avviene da chi dovrebbe tutelarci, non vi sia stata una vera contestazione tale da minacciare ciò che il nostro governo ingiustamente prende, quindi come vediamo la politica assorbe molto quelle associazioni che potenzialmente potrebbero osteggiarla portandoseli dalla sua parte.
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Già dallo scorso anno i carburanti hanno subito un aumento di 410 euro (240 euro annui per i soli costi diretti, a cui si aggiungono 170 euro per i costi indiretti). Alla luce di questa irresponsabile ci saranno ulteriori aumenti pari a 48 euro annui per i costi diretti e 30 euro quelli indiretti”.
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Una situazione intollerabile, che peserà ancora una volta sulle tasche delle famiglie, già svuotate dalle pesanti ricadute della crisi. Tra l’altro, riteniamo una gravissima bugia la motivazione addotta per tale operazione, quella dell’emergenza immigrati.
Con una semplicissima addizione, sommando:
- Le accise al 1 gennaio 2011 pari a 0,564 euro/litro.
- Quelle relative al fiinanziamento della cultura, applicate da oggi, pari a
0,0092 euro/litro.
- La new entry dell’immigrazione pari a
0,04 euro/litro.
- Il totale delle accise per la benzina è di
0,6132 euro/litro, dato che andrà a concorrere alla formazione dell’Iva sul prezzo del carburante.
- Le accise che gravano sul gasolio sono invece pari a
0,4722 euro/litro.
Diciamo quindi che, considerando il valore dei litri di benzina che annualmente lo stato vende, il suo incasso si aggira intorno ai 10 miliardi di euro, ma se si volessero togliere le prima otto voci la cui ultima è del 1983 allora potremmo avere un prezzo alla pompa al disotto di 1,40 euro/litro che già sarebbe una buona boccata di ossigeno per l’economia in quanto porterebbe ad una sostanziale diminuzione dei costi di produzione e trasporto.
Per finire va detto che nella Regione Campania il carburante alla pompa costa più che in altre regioni, perché la regione ha creato un’addizionale di imposta a titolo di accise pari 0,030 euro/litro.


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