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8.5.11

Se fossimo in un paese normale



tratto da popolo viola.org
Di Giandiego Marigo

Se fossimo in un paese normale, sarebbe ovvio che chi possiede tutto il settore della comunicazione rischi influenzarlo.
In un paese normale non si avrebbero dubbi, in un caso similare su chi possa essere a fare uso del proprio “abnorme” potere per influenzare le menti.
In un paese normale, forse, ci si porrebbe il problema che il padrone assoluto della comunicazione non possa, senza provare alcuna vergogna, continuare a sostenere di essere vittima di una congiura mediatica. Non senza essere accusato di sconfinare nel ridicolo. In un paese normale ci si garantirebbe dal fatto ch’egli adoperi la propria mostruosa capacità d’influenza per promuovere sé stesso
Però non siamo in un paese normale, siamo in Italia, il Belparese, la terra del bengodi, il paese dei balocchi.
L’unico posto al mondo in cui l’imperatore, il padrone delle ferriere…il propietario di tutto ciò che si muove nell’etere e nella carta stampata possa , tranquillamente sostenere d’essere vittima di una congiura dei poteri forti…follia pura, inaccettabile che lo dica , ma ancora di più che chi lo ascolta ci creda…e non solo, che lo sostenga poi a spada tratta facendone il proprio cavallo di battaglia.
Un osservatore esterno si rotolerebbe a terra dalle risate per quanto è insostenibile questa teoria, eppure gli italiani ci credono, se la bevono, ne fanno motivo di divisione.

Riferisco , testualmente traendolo dalla stampa quotidiana: “È importante vincere per tentare di convincere quelli che non hanno voglia di votare, o quelli che ci paiono convertiti da Rai e da La7, dai giornali che ci vengono contro e che riempiono la testa della gente, riempiono la testa degli italiani di tante calunnie e frottole. A loro dobbiamo ricordare ciò che abbiamo fatto per il Paese”.
Queste cose il nostro Magnifico Unto le ha dette ad una cena di elettori del PDL in appoggio alla signora Letizia Moratti candidata alla riconferma come Sindaco di Milano. È davvero grottesco che ci siano persone convinte che questo racconto corrisponda alla realtà.
Per l’alternativa oggi, in questo paese, è quasi impossibile avere diritto di parola. Per poter accedere alla “fama” televisiva si devono accettare compromessi. Grillo non va in televisione, Luttazzi nemmeno. Vauro e Travaglio solo perchè ospitati da Santoro, che c’è solo per aver vinto una causa di lavoro e non è che vanno su Rai e la 7 e non su Mediaset…non vanno e stop. Biagi dopo una vita
da moderato e da narratore della D.C. di sinistra è uscito dalla TV e fuori è rimasto (approposito della Rai che congiura contro di lui)
Dario Fo oggi ammannito spesso, sebbene con una certa qual parsimonia, prima di essere consacrato dal Nobel e diventare un peperino onnipresente della sinistra, non è andato in televisione per anni, non lo facevano nemmeno entrare al Piccolo che oggi frequenta normalmente.
Chi va in televisione accetta il compromesso, chi lavora su Mediset, in particolare, accetta l’idea di vendere una parte della sua stessa anima.
Non esiste , se non nella mente, forse sovraeccitata dai numerosissimi impegni e dall’età, del nostro imperatore una televisione non sistemica, non controllata, non posseduta dal potere. Solo la quantità di denaro che serve per fare una televisione nazionale e le entrature ed appoggi che occorrono per avere il permesso di trasmettere ed accedere ai ripetitori tende a dissuadere chiunque non sia un mister miliardo dal pensare di tentare l’avventura.
L’unico spazio che resta per l’alternativa, non si sa ancora per quanto, è il web dove sembrano proliferare le web tv e le web radio, ma resta impossibile ambire ad un’ascolto su etere e nazionale e proprio Mister Mediaset con Rete Quattro e l’annosa polemica con Europa 7 dovrebbe saperlo bene, ma questo come per incanto viene dimenticato…rimossa..
Così come si rimuovono le presenze sulla Rai di innumerevoli “fedelissimi”dell’imperatore Minzolini, Ferrara, Forbice, Vespa…tanto per nominarne aluni fra i più spudurati che raccontano la sua favola , esattamente come lui vuole o la sua onnipresenza, quando gli convenga su tutte le reti nazionali, per quanto e come gli comodi, senza alcun rispetto di una par condicio che disprezza e
che tenta di modificare ad ogni piè sospinto.
Egli, forse, difetta di memoria? Se fosse, sebbene ci paia impossibile che possa avere qualsiasi difetto, in questo rispecchia appieno il suo popolo, sulla cui tendenza all’amnesia fa affidamento, che pone anzi a basamento del rinnovamento del suo potere.
Egli ha la tendenza a mentire per quanto lo riguarda ed a minimizzare la sua stessa influenza, ma certamente lo fa per l’innata modestia ed umiltà, per l’incontrastabile timidezza che lo distingue.
Continua , per contro a raccontarci una storia fatta di congiure, di potentissimi nemici nascosti che attenterebbero a lui ed agli italiani ch’egli faticosamente ed eroicamente rappresenta. Lui! Il Cincinnato di Arcore che altro non ambirebbe che infilare la sua motozappa nell’orto di casa e fare il nonno come sogna da sempre sin dalla tenera età di 25 anni. Lui! Costretto dall’avversa sorte a
caricarsi sulle spalle l’intero paese…bombe ed aerei libici compresi. Il più importante politico degli ultimi 2753 anni, che compete con l’infallibilità pontificia.
Da anni chi scrive è convinto dell’assoluta necessità di un circuito alternativo, altro.
Della necesiita di una televisione, di radio ed editoria, di una distribuzione cinematografica e discografica altra, diversa da quella posseduta e controllata dal potere, da tempo predico nel deserto la necessità di un’azionarato popolare e cooperativo che permetta ad artisti, cantanti, attori ed autori di esprimersi con libertà al di fuori del ricatto sistemico. Qualche cosa che assomigli alle esperienze
degli anni 70/80, quelle dei Circoli La Comune, dell”Orchestra, dei primissimi centri sociali e giovanili. Oggi però questo non esiste, purtroppo non c’è alcuna cultura che non sia quella controllata e gestita dal potere…nonostante il racconto che ne fa il nostro imperatore.

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