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4.12.10

MARIA STELLA NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE



Oggi m’improvviso cuoco come Brunetta. La ricetta del potere berlusconiano: prendete delle menzogne e spargetene in quantità nello studio televisivo; naturalmente assicurandovi prima la presenza di un conduttore compiacente, ribaltate la realtà, impedite agli interlocutori di dire verità scomode et voilà, il gioco è fatto. Semplice no? La puntata di ieri sera di porta a Porta (guarda il video), in cui mi confrontavo con Maria Stella Gelmini, è esemplificativa. Il ministro dell’Istruzione (mah…), che per cultura e competenza non potrebbe neanche insegnare in una scuola, è invece una vera campionessa nell’arte della mistificazione. Di fronte alle critiche puntuali sulla riforma universitaria e alla valutazione politica di quanto pubblicato da WikiLeaks ha reagito mentendo con una disinvoltura straordinaria. Veramente in maniera imbarazzante. Ha descritto una realtà che non esiste, manco fosse Alice nel paese delle meraviglie. In maniera ammirevole ha cercato di negare l’evidenza, parlando con slogan e frasi fatte (scritte chissà da chi) e con tono monocorde ha illustrato i pregi di una riforma universitaria pessima che riporta il Paese a trent’anni fa. L’ha descritta come una legge contro i baroni e gli sprechi. E perché, noi per caso siamo favorevoli a baroni e sprechi? Ha screditato le rivelazioni di wikileaks affermando che erano false, dette da funzionari di terz’ordine sfigati, repressi e magari pure un po’ invidiosi. Peggio di un Capezzone qualunque ha impedito una discussione sullo stato di salute del premier e sulla scarsa considerazione che hanno di lui gli altri paesi. Insomma il ministro ha agito come un automa messo lì a fare la testa di legno. Io non penso che lei possa davvero credere a quello che dice. A meno di voler pensare che sia completamente incapace di intendere e di volere, sa benissimo cos’è la sua riforma, perché è stata fatta e quali gravi conseguenze ha sull’università e la ricerca. Ha recitato una parte. E’ evidente che il governo ha paura e che non vuole che si parli di certe cose, neanche nei talk show. Forse è un segno che siamo già in campagna elettorale e questo è stato solo un assaggio. Se è così, dovremo prendere provvedimenti affinché la competizione elettorale si svolga nel rispetto delle regole democratiche, perché una vittoria di Berlusconi consegnerebbe il Paese al declino e all’ingovernabilità.

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