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27.12.10

Grecia, comunisti: ''Guerra di popolo contro la crisi''


FONTE: PEACEREPORTER.NET del 27 DICEMBRE 2010
Dopo l'approvazione della nuova pesante manovra di austerity, Aleka Papariga, ledaer del Partito Comunista Greco (Kke) ha invitato i lavoratori a "una vera guerra di popolo" per "rovesciare il potere" e instaurare "un governo popolare"
Il parlamento greco ha approvato giovedì notte - con i soli voti della maggioranza socialista la Finanziaria 2011, che include nuovi tagli per 14,4 miliardi di euro. Durissima e sorprendente la reazione del Partito comunista greco (Kke), che ha invitato i lavoratori a "una vera guerra di popolo" per "rovesciare il potere" e instaurare "un governo popolare" che conduca il paese fuori dalla crisi "rifiutandosi di ripagare il debito" a Ue e Fmi.
Aleka Papariga, leader del Kke, che attualmente sta guidando la protesta popolare contro l'austerity, ha detto che "i lavoratori debbono rendersi contro delle cause della crisi e prepararsi per una vera guerra: consapevole, pianificata e organizzata che conduca al rovesciamento del potere".

Secondo la sua leader, l'unica soluzione per la Grecia è "il rifiuto di ripagare il debito", cosa che può fare solo "un governo del popolo e del lavoro".
Il Kke è il terzo partito greco e alle recenti elezioni amministrative è passato dal 7,5 al 10,5 per cento dei consensi. Il parlamentoha unicamerale di Atene, dove i comunisti greci hanno 21 seggi, ha approvato il bilancio con i soli voti del Pasok del premier George Papandreou. Tutte le opposizioni hanno votato contro. "Stiamo per votare il primo bilancio a sovranità limitata", ha dichiarato il leader dell'opposizione di centrodestra (Nd), Antoni Samaras, alludendo al prestito e alle condizioni Ue-Fmi.
Poche ore prima del voto, migliaia di persone erano scese in piazza a manifestare durante uno sciopero generale di 3 ore che si è esteso a 24 per i trasporti pubblici.

Il Partito comunista greco, fondato nel 1918, durante la Seconda guerra mondiale guidò la resistenza al fascismo e al nazismo, liberando e governando diverse regioni del paese. Dal '46 al '49, il Kke diresse i partigiani greci nella sanguinosa guerra civile contro il governo monarchico sostenuto da Gran Bretagna e Stati Uniti. Dopo la sconfitta, il partito fu messo fuorilegge dal nuovo governo filo-occidentale e i comunisti furono costretti all'esilio per fuggire alla repressione. Costretto alla clandestinità sotto la dittatura dei colonnelli, il Kke tornò a partecipare alla vita politica greca solo nel '74.

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