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12.8.10

SALERNO: RIFIUTI RADIOATTIVI SU CAMION LUCANI


POTENZA - Scaricano materiale metallico al molo di Salerno tra l’una e le tre del pomeriggio. Perché a quell’ora, pare, i controlli siano ridotti. La Frelon, una carretta del mare da 1.699 tonnellate di stazza lorda, batte bandiera maltese. Sulla banchina, poco dopo, compare una montagna di materiale metallico. Una gru raccoglie i rifiuti e li trasferisce nei cassoni dei camion. Quei camion, come la Gazzetta ha avuto modo di accertare, lavorano per una azienda di Potenza: la Ferriere del nord Spa, gruppo Pittini siderurgica. La Siderpotenza. «Sono 1.600 tonnellate di materiale ferroso da riciclare », dice il capitano Claudio Mollica della Capitaneria di porto di Salerno. Da qualche giorno sta svolgendo dei controlli sulla documentazione lasciata dal capitano della Frelon. Perché un ambientalista, Gianni Lannes, ritiene che quel materiale ferroso sia radioattivo. Lannes era a Salerno il 2 agosto, giorno in cui la nave è ripartita, con una troupe di «Italia terra nostra». Con un contatore geiger ha rilevato «anomalie».
Le radiazioni emanate dalla montagna di rifiuti, secondo «Italia terra nostra», sono superiori ai limiti consentiti dalla normativa italiana. La radioattività presente in quell’area è risultata pericolosa. Tant’è che Lannes ha avvertito le autorità: questore e prefetto di Salerno.
«A quell’ora non ci sono agenti addetti al controllo e non c’è nessun dirigente portuale », spiega Felice Naddeo sul Corriere del Mezzogiorno di Salerno che, da qualche giorno, si sta occupando del caso. Ma è davvero ferro radioattivo quello scaricato al molo di Salerno? In realtà la nave ha fornito alla Capitaneria di porto due certificati. Uno di una società di analisi francese, la Sicea international, e uno di un laboratorio di Udine.
Entrambi riportano le stesse conclusioni: «Il materiale ferroso non ha fatto rilevare valori superiori alla fluttuazione media del fondo naturale di radiazioni». Ma l’atteggiamento tenuto da chi scaricava al porto ha insospettito gli ambientalisti di «Italia terra nostra», che hanno documentato la scomparsa di 1.600 tonnellate in 60 minuti. Sostiene Naddeo sul Corriere del Mezzogiorno: «Ognuno di quei mezzi di trasporto recupera qualche tonnellata di rifiuti. E la scena si ripete sistematicamente per una decina di camion. Ma gli autisti dei Tir sembrano quasi scappare per la velocità con la quale si sistemano al volante, accendono i motori e si dirigono verso l’uscita. Ecco perché quella che potrebbe sembrare una normale operazione di carico e scarico, nasconde invece troppi dubbi ».
A Salerno le autorità dicono che è tutto a posto e che i controlli non sono venuti meno. La radioattività di quel ferro sarebbe, tutto sommato, nella norma. Al massimo, dicono, può essere materiale che non ha subito alcun trattamento di recupero. Lannes, invece, va giù duro, forte dei risultati del suo contatore geiger. E con i giornalisti parla di «anomalie radioattive».
Al centralino della Ferriere del nord risponde un impiegato. Spiega che i dirigenti sono quasi tutti in ferie e che prima di questa mattina non sarebbe stato possibile rintracciarli. I camion che erano nel porto di Salerno sono quelli che lavorano per loro. Ma erano diretti proprio alla Siderpotenza? Questo aspetto non è ancora chiaro. «Italia terra nostra», sul suo sito internet, si chiede se «quelle scorie non siano state occultate in Basilicata». Una prima indagine della Capitaneria di porto stabilirà se ci sono state anomalie nello scarico di quel materiale ferroso. Toccherà alla magistratura, invece, stabilire con certezza la natura di quei trasporti.
(Salerno, rifiuti metallici radioattivi su camion lucani? - Una immagine estratta dal video pubblicato sul sito di Italia terra nostra)
di FABIO AMENDOLARA 

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